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Cronaca
21 Luglio 2025 - 15:37
Inchiesta Rear, chiuse le indagini: tra gli otto indagati anche il deputato Pd Mauro Laus (immagine di repertorio)
Otto persone indagate, accuse gravi, sospetti su fondi pubblici mal utilizzati. La Procura di Torino ha chiuso le indagini sul caso Rear, la storica cooperativa che si occupa di vigilanza, sicurezza e multiservizi, e tra i nomi che compaiono nell’avviso notificato figura anche quello del deputato Pd Mauro Laus, ex presidente e socio influente dell’ente. Con lui, anche Mimmo Carretta, assessore comunale ai Grandi Eventi, e Maria Grazia Grippo, presidente del Consiglio comunale. Tutti e tre sono esponenti del Partito Democratico.
Il fascicolo era stato aperto nel 2023 e ha coinvolto anche il presidente attuale della Rear, Antonio Munafò, oltre a dirigenti e amministratori della cooperativa. Al centro delle indagini, coordinate dal procuratore Giovanni Bombardieri e dal sostituto Alessandro Aghemo, c’è la gestione dei finanziamenti pubblici ricevuti dalla società tra il 2020 e il 2021, quando Laus ricopriva ancora ruoli operativi di primo piano.
Mauro Laus
Le accuse, formulate a vario titolo, sono infedeltà patrimoniale e malversazione di erogazioni pubbliche. Secondo quanto emerso, una parte dei fondi ottenuti per finalità cooperative sarebbe stata impiegata in attività private, tra cui stipendi per attività mai svolte, utilizzo improprio di immobili e finanziamenti in società esterne non riconducibili agli scopi della Rear. Tra gli elementi sotto la lente degli inquirenti anche superminimi attribuiti a Laus e ai suoi familiari, insieme ad aumenti di stipendio a personale selezionato, concessi in violazione delle regole interne della cooperativa.
La difesa dell’ex presidente della Rear si è subito mossa per rivendicare la trasparenza dell’operato del deputato. L’avvocato Maurizio Riverditi, che assiste anche Carretta e Grippo, ha dichiarato che i suoi clienti hanno collaborato con la magistratura sin dall’inizio, sottolineando che l’indagine riguarda unicamente la gestione interna della cooperativa, senza alcuna connessione con l’attività politica o con appalti pubblici.
Il legale ha aggiunto che una precedente ispezione ministeriale avrebbe già fatto luce su diversi punti sollevati dalla Procura, smontando almeno in parte il quadro accusatorio. Tuttavia, il deposito degli atti segna ora una fase cruciale: gli indagati avranno venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati o depositare memorie difensive, prima che la Procura decida se chiedere il rinvio a giudizio.
Se la difesa punta a sganciare il procedimento dalle ricadute politiche, lo scenario giudiziario rischia comunque di trasformarsi in una nuova mina per la credibilità istituzionale del Pd torinese, già colpito in passato da vicende simili. Laus, dal canto suo, ha sempre respinto ogni addebito, spiegando di voler chiarire tutto punto per punto, ma l’inchiesta continua a tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica.
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