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Cronaca
21 Luglio 2025 - 15:21
Neonato morto in sala operatoria al Regina Mergherita, condannato anche l’anestesista
Era stato chiamato a garantire la sicurezza di un intervento delicato, ma secondo il tribunale non ha vigilato a sufficienza. È stato condannato a sei mesi di carcere – pena sospesa – l’anestesista che prese parte all’operazione in cui perse la vita un bambino di appena dieci mesi all’ospedale Regina Margherita di Torino. La sentenza è arrivata oggi, lunedì 21 luglio 2025, al termine del processo di primo grado. L’accusa era omicidio colposo.
Il medico, difeso dall’avvocata Fabrizia Bussolino, ha già annunciato il ricorso in Appello. Secondo la sua versione, avrebbe agito sempre in modo corretto. Ma per la Procura e per i giudici la condotta tenuta durante l’intervento fu gravemente negligente, al punto da contribuire in modo determinante alla tragedia.
Tribunale di Torino
L’episodio risale al 6 aprile 2021, durante un’operazione su un bimbo affetto da malformazione polmonare congenita, patologia nota fin dal periodo prenatale. L’intervento non era urgente, ma ritenuto necessario per prevenire complicazioni respiratorie. Durante la procedura, però, avvenne l’imprevisto irreparabile: l’aorta del neonato fu recisa, provocando un’emorragia interna fatale.
A eseguire materialmente il taglio fu il chirurgo, che ha già patteggiato una condanna a due anni senza sospensione condizionale. Ma nel procedimento principale, il pubblico ministero Francesco La Rosa ha sostenuto che anche l’anestesista avrebbe avuto modo di accorgersi che qualcosa stava andando storto. E che non avrebbe attivato alcun allarme, restando passivo durante l’intera operazione. Il suo comportamento, si legge negli atti, è stato definito “illogico”, con “giustificazioni prive di coerenza”.
Sotto inchiesta era finito anche il primario della chirurgia pediatrica del Regina Margherita, ma la sua posizione è stata archiviata e conclusa con l’assoluzione.
Nel frattempo, l’Azienda ospedaliera Città della Salute ha disposto un risarcimento da un milione di euro in favore della famiglia del piccolo, chiudendo la partita sul fronte civile. Un gesto che però non placa il dolore, né cancella la richiesta di verità che i genitori hanno continuato a ribadire in questi anni.
Nelle motivazioni che accompagneranno la sentenza si capirà meglio il peso attribuito all’anestesista nel corso dell’intervento. Ma resta il dato, ormai definitivo per il chirurgo e provvisoriamente confermato per il collega: il decesso di un neonato in sala operatoria poteva essere evitato.
Ospedale Regina Margherita
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