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Il Tribunale dà ragione al Comune: il cantiere del Meisino può proseguire

Il giudice respinge la richiesta di accertamenti tecnici presentata dalle associazioni ambientaliste

Il tribunale di Torino approva il progetto Meisino: respinto il ricorso dei cittadini

Il Tribunale di Torino ha respinto il reclamo presentato da comitati e associazioni contro il progetto della Città per la realizzazione di un Centro di educazione ambientale e sportiva nel Parco del Meisino. La sentenza rappresenta un primo via libera per il Comune, ma la battaglia, tanto legale quanto culturale, è tutt’altro che conclusa.

I giudici hanno confermato quanto stabilito in precedenza: la richiesta di accertamenti tecnici, ambientali e faunistici da parte dei ricorrenti non è ammissibile davanti al giudice ordinario e, soprattutto, i cittadini e le associazioni non sono titolari di un diritto “minacciato o leso” dall’attuazione del progetto. Una decisione che, per Palazzo Civico, consente ai lavori di proseguire senza ostacoli.

“Siamo soddisfatti dell’esito – dichiarano gli assessori al Verde e allo Sport, Francesco Tresso e Domenico Carretta – e restiamo convinti della validità del progetto. Siamo sempre in ascolto delle sensibilità del territorio, ma vogliamo restituire ai cittadini uno spazio accessibile, gratuito e inclusivo dove sport e natura possano dialogare”.

Striscione contro il progetto del Meisino

Ma le parole degli assessori non bastano a spegnere il malcontento. Il Meisino non è un parco qualunque: è un raro esempio di natura urbana spontanea, zona umida protetta dalla rete Natura 2000, rifugio di decine di specie di uccelli tra cui una delle pochissime garzaie urbane in Italia. Qui, dove la Stura di Lanzo incontra il Po, la vegetazione cresce libera e il paesaggio conserva un equilibrio ecologico unico. Proprio questo equilibrio – secondo i comitati – sarebbe messo in pericolo dalla costruzione di strutture, campi e recinzioni previsti dal progetto comunale.

Il progetto, finanziato con fondi del PNRR, prevede la riqualificazione dell’ex galoppatoio militare e la creazione di un centro polivalente per l’educazione ambientale e lo sport. Una proposta che sulla carta si presenta inclusiva e sostenibile, ma che – secondo ambientalisti, ornitologi e cittadini – snatura il luogo, alterandone le caratteristiche più preziose.

Il ricorso respinto in Tribunale era il primo atto formale di una mobilitazione più ampia, che continuerà con nuovi ricorsi, anche al TAR, e tentativi di coinvolgere l’Europa. Intanto, sul territorio, si moltiplicano passeggiate ecologiche, assemblee, raccolte firme.

Il Meisino è diventato il simbolo di una domanda profonda: cosa significa oggi valorizzare il verde pubblico? Significa costruire impianti sportivi oppure lasciare che la natura insegni con il suo linguaggio?

Torino, che ha spesso sacrificato le sue sponde fluviali in nome dello sviluppo, ora si trova davanti a un bivio. Il Meisino è ancora lì, con le sue acque lente e i suoi aironi, a chiederci se davvero progresso e cemento devono andare sempre a braccetto.

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