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Cronaca
19 Luglio 2025 - 10:13
Un blitz condotto dai Carabinieri del Nucleo CITES di Torino ha rivelato una realtà allucinante all’interno di un alloggio nel centro cittadino. Dietro la porta chiusa di quell’appartamento, in piena estate, si nascondeva un inferno fatto di escrementi, rifiuti e animali lasciati a se stessi, immersi nel buio e nella puzza. A segnalare la situazione sono stati i condomini dello stabile, esasperati da odori nauseabondi, mosche, insetti e dal timore che quella situazione igienico-sanitaria potesse degenerare in un pericolo per la salute pubblica.
L’accesso dei militari è avvenuto il 16 luglio, in esecuzione di un decreto di perquisizione e sequestro emesso dalla Procura di Torino. Fondamentale, per portare a termine l’operazione, è stato anche l’intervento dei Vigili del Fuoco, che hanno consentito l’ingresso nell’alloggio e la messa in sicurezza degli ambienti. Lo scenario che si sono trovati davanti ha lasciato sgomenti anche gli operatori più esperti: circa quaranta pappagalli, due tartarughe d’acqua, un drago barbuto, un cane e un gatto, tutti detenuti in condizioni indegne, alcuni rinchiusi in piccole gabbie sporche e piene di escrementi, altri lasciati liberi di muoversi tra l’immondizia e le deiezioni che si erano accumulate ovunque.
Le finestre dell’abitazione erano costantemente chiuse, così come spenta era ogni fonte di luce, probabilmente per ridurre il cinguettio e la visibilità degli animali, e soprattutto per evitare che il fetore terrificante si diffondesse nel resto del palazzo. Una strategia che ha acuito la sofferenza fisica degli animali, privati di ogni stimolo, intrappolati nel caldo soffocante di un’estate torinese e senza né acqua né cibo. Un quadro di abbandono prolungato, reso ancor più inquietante dalla constatazione che le condizioni igieniche disastrose duravano da anni.
Gli animali, in evidente stato di sofferenza, sono stati immediatamente soccorsi dal personale veterinario dell’ASL Città di Torino, intervenuto in supporto ai Carabinieri. Tutti gli esemplari sono stati sequestrati e affidati in custodia giudiziaria a strutture in grado di garantire condizioni di detenzione dignitose, almeno temporaneamente.
La proprietaria dell’appartamento – di cui al momento non vengono rese note generalità – è stata indagata per il reato di maltrattamento di animali, in base all’articolo 544-ter del Codice Penale. Ma l’intervento non si è concluso con il solo sequestro: vista la gravità della situazione e l’evidente rischio sanitario, è stata inoltrata anche una richiesta di ordinanza urgente alla Polizia di Prossimità del Corpo di Polizia Locale della Città di Torino, con l’obiettivo di procedere a una sanificazione completa dell’immobile.
L’indagine – spiegano i Carabinieri – è il frutto di una lunga attività investigativa, condotta con appostamenti, segnalazioni e raccolta di informazioni, soprattutto grazie al contributo dei condomini, che da tempo denunciavano la situazione. È anche grazie a queste segnalazioni che le forze dell’ordine hanno potuto ottenere l’autorizzazione della Procura e intervenire con la rapidità necessaria per evitare ulteriori sofferenze agli animali.
Va precisato che il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e che per la proprietaria dell’alloggio vige la presunzione di innocenza, come previsto dalla legge.
L’episodio riaccende i riflettori su un tema spesso sottovalutato: il maltrattamento degli animali tra le mura domestiche, nascosto dietro facciate anonime, in contesti urbani apparentemente ordinari. Il degrado non si annida soltanto nei luoghi marginali o periferici, ma può insinuarsi anche nel pieno centro di una città come Torino, rivelando tutta la fragilità di un sistema che troppo spesso si accorge del dolore animale solo quando è troppo tardi.
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