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Cronaca
18 Luglio 2025 - 11:22
Calci, pugni e coltello alla gola: rapina brutale in via Zanella, arrestati due giovani a Torino
Un’aggressione feroce, in piena strada, senza alcun rispetto per la vita o la dignità della vittima. Due giovani di origine egiziana — uno dei quali ancora minorenne — sono stati arrestati a Torino per rapina aggravata in concorso, dopo aver preso parte a un episodio di violenza brutale consumato nei giorni scorsi in via Zanella, nella zona nord della città.
Secondo quanto ricostruito dagli agenti del commissariato Dora Vanchiglia, intervenuti su segnalazione al numero di emergenza, la scena si è consumata con una rapidità spietata: i due ragazzi avrebbero colpito ripetutamente un uomo a calci e pugni, per poi puntargli un coltello alla gola, costringendolo così a consegnare il cellulare, una carta di credito, un orologio e una catenina d’oro. Un bottino rapido, frutto di una premeditazione che appare tutt’altro che improvvisata.
La vittima, sotto shock ma lucida, è riuscita subito a chiedere aiuto. E la risposta della polizia è stata immediata: le volanti hanno battuto la zona, incrociando una pattuglia in transito in via Bologna, dove i due sospettati sono stati individuati, bloccati e perquisiti. Addosso avevano tutti gli oggetti sottratti, prontamente riconosciuti dalla vittima e restituiti sul posto.
I due sono stati accompagnati in questura, dove è emersa la loro giovanissima età e la gravità dell’episodio, che non lascia spazio a interpretazioni: si è trattato di una rapina condotta con violenza fisica e minaccia armata, elementi che configurano le circostanze aggravanti previste dal codice penale. Entrambi sono stati arrestati e portati davanti al giudice, che ha convalidato il fermo e disposto le misure cautelari: uno al carcere minorile, l’altro in attesa di giudizio presso il carcere Lorusso e Cutugno.
Il fatto ha suscitato sconcerto tra i residenti della zona, non nuova a episodi di microcriminalità, ma raramente teatro di aggressioni tanto violente. La zona di via Zanella, incastonata tra corso Giulio Cesare e via Bologna, è spesso frequentata da studenti, pendolari e lavoratori. Un’aggressione a mano armata in pieno giorno rappresenta un salto di qualità nella brutalità di certi atti, che rende necessaria una riflessione più ampia sul disagio giovanile e sul controllo del territorio.
La polizia sottolinea come l’intervento tempestivo sia stato possibile grazie alla collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine, e invita a segnalare sempre comportamenti sospetti. Ma resta il problema della radicalizzazione della violenza tra alcuni gruppi di giovani, anche minorenni, spesso privi di riferimenti educativi e sociali stabili, che sembrano vedere nella criminalità una scorciatoia per ottenere denaro e rispetto.
Nel quartiere, intanto, monta la richiesta di una maggiore presenza delle forze dell’ordine, soprattutto nelle ore serali e nei fine settimana, quando la zona diventa più isolata e vulnerabile. Non si tratta solo di garantire sicurezza, ma di presidiare spazi pubblici dove la criminalità giovanile può attecchire più facilmente, approfittando dell’assenza di alternative, della noia, o peggio ancora della volontà di emergere attraverso l’intimidazione.
Il caso di via Zanella, con la sua dinamica cruda e l’età dei protagonisti, è uno di quegli episodi che impongono una riflessione collettiva: non solo sulla sicurezza urbana, ma anche sulla fragilità dei percorsi educativi e inclusivi in alcune aree della città. Perché non si può derubare con violenza e minaccia armata a 17 anni, senza che questo sia il fallimento di più livelli di responsabilità: personale, familiare, scolastica e istituzionale.
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