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Cronaca

Marijuana nel forno e 1.800 euro in contanti: pusher arrestato a Torino dopo un pedinamento in bicicletta

Arrestato pusher di Barriera di Milano in un'operazione di polizia che rivela lo spaccio ciclistico nel quartiere

Marijuana nel forno e 1.800 euro in contanti

Marijuana nel forno e 1.800 euro in contanti: pusher arrestato a Torino dopo un pedinamento in bicicletta

Nel quartiere torinese di Barriera di Milano, a due passi da via Cigna, la droga viaggiava in bicicletta ma veniva nascosta in cucina. È lì che la polizia di Stato ha trovato oltre un chilogrammo di marijuana, occultato in un posto tanto domestico quanto insospettabile: il forno. Il protagonista è un uomo di 31 anni, di origine nigeriana, ora arrestato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

L’operazione è scattata nei giorni scorsi in seguito a una segnalazione anonima arrivata al Commissariato Barriera di Milano, da tempo impegnato in una sorveglianza capillare della zona, spesso teatro di traffici illegali e spaccio al dettaglio. Gli agenti hanno iniziato a monitorare l’uomo mentre si muoveva in bicicletta con fare sospetto, tra via Salerno e via Cigna, due delle arterie più trafficate e complesse della zona.

L’atteggiamento circospetto e i continui movimenti avanti e indietro tra alcune vie laterali hanno convinto gli agenti a seguirlo fino all’ingresso del suo palazzo. Una volta rientrato nell’abitazione, il 31enne è stato fermato per un controllo. A colpire i poliziotti è stato un forte odore di marijuana che proveniva dall’interno dell’appartamento. A quel punto è scattata la perquisizione domiciliare.

La scoperta più rilevante è stata fatta in cucina, dove all’interno del forno – acceso ma non in funzione – era stato nascosto un involucro contenente più di 1,2 chilogrammi di marijuana, suddivisa in porzioni già pronte per la vendita al dettaglio. In salotto, invece, i poliziotti hanno trovato 1.825 euro in banconote di vario taglio, ritenuti provento dell’attività di spaccio.

Il giovane è stato arrestato in flagranza e trasferito in questura per gli accertamenti. Ora si trova in custodia cautelare, in attesa della convalida dell’arresto da parte dell’autorità giudiziaria.

L’episodio rientra in una serie di interventi intensificati nelle ultime settimane dalle forze dell’ordine in Barriera di Milano, dove la presenza di piccoli spacciatori e il consumo di droga per strada continuano a rappresentare una sfida per la sicurezza urbana. La zona, già da tempo sotto osservazione per problemi legati al degrado e alla microcriminalità, è spesso teatro di movimenti di droga leggera, venduta in dosi da 5 o 10 euro nei pressi di fermate del tram, cortili interni e spazi semi-abbandonati.

Il sequestro della marijuana e del denaro rafforza l’ipotesi che l’uomo non fosse un semplice consumatore, ma un piccolo pusher ben inserito nel tessuto dello spaccio di quartiere. La scelta del forno come nascondiglio potrebbe indicare una consapevolezza del rischio di perquisizione, e una volontà di celare la droga in un luogo poco accessibile ai controlli sommari. Ma non è bastato.

Le indagini ora proseguono per cercare di risalire alla filiera di approvvigionamento: da dove proveniva lo stupefacente e se l’arrestato fosse solo un anello di una rete più ampia. Gli investigatori non escludono che l’uomo fosse in contatto con altri soggetti attivi nella zona, e stanno analizzando il suo telefono cellulare per individuare eventuali contatti o clienti.

Questo episodio riporta all’attenzione il problema, mai del tutto risolto, della gestione del degrado nei quartieri popolari torinesi, dove attività illecite come lo spaccio trovano terreno fertile tra difficoltà sociali, povertà e mancanza di servizi. Le forze dell’ordine, da parte loro, ribadiscono che il controllo del territorio resta una priorità, ma chiedono anche un intervento integrato: non solo repressione, ma presidi sociali, scuole aperte, centri civici funzionanti.

Intanto, l’arresto del 31enne rappresenta un altro colpo assestato al mercato dello spaccio locale, con un sequestro che – seppur modesto rispetto ai grandi numeri – assume un valore simbolico in un contesto dove la presenza delle istituzioni deve essere visibile e costante.

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