Cerca

Cronaca

"Ti ammazzo come Giulia": rapper di Amici finisce ai domiciliari

Il tribunale di Torino condanna il rapper Amnesia a quattro anni per maltrattamenti aggravati: dal sogno musicale ai drammi giudiziari.

"Ti ammazzo come Giulia": rapper di Amici finisce ai domiciliari

"Ti ammazzo come Giulia": rapper di Amici finisce ai domiciliari

Quattro anni di reclusione. È la condanna pronunciata dal Tribunale di Torino nei confronti di Lorenzo Venera, noto con il nome d’arte Amnesia, accusato di maltrattamenti aggravati nei confronti della ex compagna, madre di sua figlia. L’artista, oggi 36enne, era imputato per una lunga serie di episodi di violenza fisica e psicologica che si sarebbero protratti dal 2018 fino al novembre 2024.

A far scattare l’indagine furono i vicini di casa, che una sera di fine autunno chiamarono i carabinieri spaventati dalle urla provenienti dall'appartamento della coppia. I militari, giunti sul posto, attivarono immediatamente le procedure previste dal Codice rosso. Dopo i primi accertamenti, per Venera scattarono gli arresti domiciliari.

Durante il processo, sono emersi dettagli inquietanti. In uno degli episodi contestati, l’uomo avrebbe detto alla donna – oggi 31enne – che sarebbe stata “la prossima Giulia”, un riferimento che i giudici hanno ritenuto chiaramente allusivo ai casi di Giulia Tramontano e Giulia Cecchettin, due giovani donne vittime di femminicidio che hanno segnato la coscienza collettiva del Paese. Parole che, nel contesto già documentato di minacce e violenze, hanno assunto un peso devastante.

Secondo l'accusa, Venera avrebbe esercitato un controllo ossessivo sulla compagna: insulti, aggressioni, minacce, comportamenti persecutori. In almeno un’occasione l’avrebbe afferrata per il collo davanti alla figlia, e più volte l’avrebbe colpita al volto. Alcuni episodi sarebbero avvenuti anche in presenza di testimoni. Il tribunale ha ritenuto le prove "gravi, precise e concordanti", riconoscendo la sussistenza del reato di maltrattamenti.

Di tutt’altro avviso la difesa. L’avvocato Roberto Saraniti, legale del rapper, aveva chiesto l’assoluzione, sostenendo che “al di là di alcuni episodi sporadici, non si configura un quadro di maltrattamenti sistematici”. Ma il collegio giudicante non ha accolto la sua tesi.

La figura di Amnesia, già nota al grande pubblico per la sua partecipazione nel 2013 alla dodicesima edizione di Amici di Maria De Filippi, era da tempo al centro di altre vicende giudiziarie. Già nel 2014 era stato arrestato per possesso di droga, dopo il ritrovamento nella sua abitazione di hashish, marijuana e una pianta di cannabis. Più tardi, una condanna per violenza sessuale – in un caso ritenuto di “minore gravità” – aveva ulteriormente offuscato la sua immagine.

Amnesia

Quella che sembrava essere una promettente carriera musicale si è dunque trasformata in un percorso giudiziario segnato da ombre e cadute. Oggi, a distanza di anni dalla sua apparizione in televisione, il nome Amnesia non evoca più rime e palchi, ma atti d’accusa e condanne.

Il tribunale ha disposto anche il divieto di avvicinamento alla vittima, l’obbligo di risarcimento e il proseguimento della misura cautelare ai domiciliari. Per Lorenzo Venera, il sipario è calato da tempo. E la scena, stavolta, è quella di un’aula di giustizia.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori