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Cronaca
16 Luglio 2025 - 09:34
Estradato in Italia il boss albanese del narcotraffico: aveva sequestrato persone in Piemonte
Dopo oltre vent’anni di latitanza, si chiude il cerchio attorno a uno dei protagonisti più sfuggenti e pericolosi del traffico internazionale di droga degli anni ’90 e 2000. Un 56enne albanese, ritenuto al vertice di una rete criminale che operava tra Sud America, Italia e Albania, è stato estradato in Italia e condotto nel carcere dove sconterà una pena definitiva di 25 anni. L’uomo è atterrato nelle scorse ore all’aeroporto di Fiumicino, proveniente da Tirana, scortato dal Servizio per la cooperazione internazionale di polizia del Dipartimento della pubblica sicurezza, in esecuzione di un ordine della Procura Generale presso la Corte di Appello di Salerno.
I reati contestati sono gravissimi: sequestro di persona, tentata estorsione, lesioni personali, detenzione illegale di armi e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. L’uomo, di cui non è stato reso noto il nome, era noto alle forze dell’ordine italiane sin dagli anni ’90 e aveva partecipato a operazioni criminali di grande rilievo. In particolare, è ritenuto responsabile di un sequestro di persona avvenuto in Piemonte e di aver contribuito, in Campania, a una rete che importava eroina su larga scala attraverso contatti diretti con produttori in Sud America.
Dopo le prime indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Salerno e portate avanti dalla Squadra mobile locale, il 56enne era riuscito a sparire nel nulla, abbandonando ogni traccia utile a rintracciarlo. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, per due decenni ha vissuto negli Stati Uniti, utilizzando documenti falsi e fingendosi morto, una mossa studiata per eludere le ricerche internazionali. Per anni ha continuato a operare sotto identità fittizia, contando su una rete di complicità e mezzi economici che gli hanno garantito una lunga impunità.
Solo nel marzo 2024, grazie all’attivazione dei canali Interpol e alla collaborazione tra le autorità italiane e quelle statunitensi, è stato possibile individuarlo ed espellerlo dagli USA. Una volta arrivato all’aeroporto di Tirana, è scattata l’arrestazione provvisoria a fini estradizionali, eseguita con il supporto del reparto speciale della polizia albanese. Da quel momento si sono attivate le procedure per il rientro in Italia, oggi concretizzate con l’arrivo del latitante a Fiumicino.
Secondo fonti interne alla polizia giudiziaria, la cattura di questo soggetto rappresenta "un tassello fondamentale nel contrasto ai reati transnazionali legati alla droga", e conferma l’efficacia dei meccanismi di cooperazione tra le forze di sicurezza internazionali. Non si esclude che l’uomo possa ora essere chiamato a collaborare con le autorità italiane, contribuendo a far luce su reti criminali ancora attive, specialmente nel Mezzogiorno, dove i legami con la criminalità albanese restano forti e radicati.
Il caso riapre anche il dossier sui legami fra narcotraffico e violenza organizzata negli anni ’90, quando rapimenti, estorsioni e traffici illeciti segnavano vaste aree del territorio nazionale, specialmente in Campania e Piemonte. Oggi, l’arresto del latitante – che per lungo tempo è riuscito a sfuggire a ogni mandato internazionale – segna la fine di una lunga caccia e, insieme, l’inizio di una nuova fase investigativa, che potrebbe avere risvolti ancora inattesi.
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