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10 Luglio 2025 - 09:06
“Avanguardia Torino”, i legali: «Inchiesta sproporzionata, accuse infondate»
Mentre l’inchiesta della Procura di Torino sul gruppo di estrema destra Avanguardia Torino continua a far discutere, con 17 persone indagate per apologia del fascismo e istigazione all’odio razziale, arriva la dura replica dei legali dei giovani coinvolti. In una nota congiunta, diffusa dallo Studio Legale Giancaspro e dallo Studio Legale Arnone, i difensori parlano senza mezzi termini di un’indagine «sorretta più da suggestioni che da elementi giuridicamente rilevanti».
Nel comunicato si legge che «dalla lettura degli atti sinora disponibili non emergono condotte connotate da reale offensività penale, né fatti di tale gravità da giustificare l’enfasi mediatica o l’apparente sproporzione di alcune iniziative investigative». Una presa di posizione netta, che punta il dito contro quella che viene definita una narrazione distorta dei fatti.
Gli avvocati difensori sostengono che i loro assistiti «hanno sempre agito nell’ambito del diritto di manifestazione del pensiero, costituzionalmente garantito» e si dicono fiduciosi che «una più oggettiva e serena valutazione possa condurre al pieno riconoscimento della loro estraneità rispetto a ogni addebito».
Non solo. I legali annunciano che stanno «valutando ogni iniziativa utile a tutela dell’onorabilità e dei diritti» dei propri assistiti, facendo riferimento anche a «possibili violazioni delle garanzie fondamentali e del corretto equilibrio tra investigazione e libertà individuali».
Il tono della comunicazione è fermo e si chiude con un invito rivolto ai giornalisti: attenersi ai comunicati ufficiali e «riportare soltanto fatti realmente accaduti», evitando «fantasie, menzogne e ingigantimenti».
Parole che suonano come una risposta diretta alla narrazione mediatica degli ultimi giorni, seguita al sequestro della sede torinese del gruppo “Edoras”, durante il quale – secondo le autorità – sarebbero emerse attività inneggianti a Hitler e Mussolini, saluti fascisti e cori antisemiti. Un quadro che i legali definiscono privo di consistenza penale, invocando il rispetto della libertà d’espressione e la presunzione d’innocenza.
L’inchiesta, che ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica anche per il coinvolgimento di figli di esponenti politici e la ricostruzione di presunte derive neofasciste nel cuore di Torino, è ora oggetto di uno scontro che non si gioca solo nei tribunali ma anche sul terreno della comunicazione. I prossimi sviluppi chiariranno se le accuse mosse dalla Procura reggeranno al vaglio dei giudici o se, come sostengono gli avvocati, si tratta di un clamoroso abbaglio giudiziario.
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