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Cronaca
14 Luglio 2025 - 13:28
Finti affetti, veri raggiri: sottrae 365mila euro a due fratelli anziani. Badante macedone arrestata
Era entrata nelle loro vite con la promessa di accudimento e compagnia, ma secondo la ricostruzione dei carabinieri di Neive, dietro quell’apparente disponibilità si nascondeva un progetto sistematico di sfruttamento emotivo e patrimoniale. Protagonista della vicenda è una donna di 44 anni, di nazionalità macedone, residente ad Asti, arrestata con l’accusa di circonvenzione d’incapace dopo aver sottratto oltre 300mila euro a due anziani fratelli cuneesi, oggi rispettivamente di 87 e 93 anni. L’inchiesta ha portato alla custodia cautelare in carcere, eseguita il 4 luglio su ordine della magistratura.
Il primo contatto tra la donna e il fratello maggiore, un uomo di 93 anni, risale al 2023, all’interno di una casa di riposo dove l’anziano era ospite. Poco tempo dopo, l’uomo aveva lasciato la struttura per andare a vivere con la sorella, in un appartamento di proprietà situato a Barbaresco, in provincia di Cuneo. A quel punto, la badante si era offerta di prendersi cura di entrambi, ottenendo nel marzo 2024 una regolare assunzione. Fin dall’inizio, tuttavia, aveva fatto presente presunte difficoltà logistiche nel raggiungere l’abitazione, insinuando la necessità di una sistemazione alternativa.
Secondo gli inquirenti, proprio da lì parte il piano. La donna avrebbe convinto l’anziano a comprare un appartamento a Guarene, in provincia di Cuneo, e a intestarle l’immobile. L’acquisto risale a settembre 2024. Ma non si è trattato solo di un alloggio: la badante avrebbe continuato a ricevere somme in denaro con cadenza regolare, circa mille euro ogni dieci giorni, in un flusso che ha attirato l’attenzione della commercialista di famiglia. È stata proprio lei a notare le anomalie nei movimenti bancari e a stimare un danno complessivo di 365mila euro.
La dinamica della truffa rientra in un profilo noto alle cronache giudiziarie: abuso di fiducia, approfittamento dello stato di fragilità psicofisica, progressivo isolamento delle vittime. Il reato contestato — circonvenzione d’incapace — si configura proprio quando qualcuno approfitta della ridotta capacità di discernimento altrui per trarre vantaggi economici o patrimoniali. In questo caso, entrambi i fratelli presentavano condizioni di vulnerabilità, e la presenza costante della badante aveva di fatto impedito loro di rendersi conto del meccanismo in atto.
Truffa anziani
L’autorità giudiziaria, sulla base dei riscontri bancari, delle testimonianze e delle indagini patrimoniali, ha ritenuto sussistenti gravi indizi di colpevolezza, procedendo con l’arresto. La donna è ora detenuta presso il carcere di Torino. Le indagini, coordinate dalla procura, potrebbero allargarsi a verificare se la badante abbia messo in atto condotte simili con altre persone anziane, magari in contesti assistenziali precedenti.
Il caso solleva nuovamente interrogativi urgenti sul tema della protezione degli anziani e del controllo delle figure di assistenza domestica, soprattutto in un contesto demografico che vede un numero crescente di over 80 soli o in condizioni di salute precarie. La solitudine degli anziani, unita alla mancanza di presidi familiari o istituzionali forti, rappresenta un terreno fertile per chi vuole approfittare delle loro fragilità, mimetizzandosi da aiutante e agendo invece da predatore.
Eppure, gli strumenti di tutela esistono: dalla nomina di amministratori di sostegno alla verifica dei contratti di assunzione, passando per la sorveglianza bancaria preventiva. Ma tutto questo ha bisogno di presenza attiva da parte dei familiari, di reti di prossimità, di professionalità formate. Non basta affidarsi al buon senso: quando ci sono in gioco ingenti patrimoni, serve vigilanza.
Ora la giustizia farà il suo corso, ma la vicenda di Barbaresco è destinata a far discutere a lungo. Anche perché non si tratta di un caso isolato. Le cronache parlano di episodi simili, alcuni finiti in tragedia, altri mai emersi. Per questo serve una riflessione seria, anche politica, su come riformare il sistema dell’assistenza privata agli anziani, renderlo più trasparente, meglio regolato, meno soggetto a derive individuali. Perché una società che non sa proteggere i suoi più fragili, è una società che ha smesso di prendersi cura di sé stessa.
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