Cerca

Cronaca

Truffa d'amore: la trappola sentimentale che ha svuotato il conto di un’impiegata torinese

La spirale di truffe affettive: come un'impiegata è diventata vittima di estorsione emotiva tramite riti magici e debiti crescenti

Truffa d'amore

Truffa d'amore: la trappola sentimentale che ha svuotato il conto di un’impiegata torinese

Una candela rossa per attirare l’amore, una bianca per la serenità, una nera per i riti “più potenti”. Il costo? Sessanta, cento, talvolta anche più euro a pezzo. Tutto parte da qui: un amore non corrisposto, una relazione segreta con un uomo sposato, una debolezza affettiva sfruttata fino allo sfinimento da chi si è presentata come un’amica, ma ha finito per trasformarsi in persecutrice.

La vicenda, chiusa dalla procura di Torino con un fascicolo penale, riguarda un’impiegata torinese che per mesi avrebbe subito pressioni, minacce e richieste di denaro da parte di una sedicente maga, conosciuta per caso sul posto di lavoro. La donna, disperata e sempre più sola, ha raccontato tutto al commissariato San Paolo: i riti, i soldi, le umiliazioni e i debiti contratti per tenere in vita un’illusione.

Era stato un semplice incontro a dare il via alla spirale. La vittima, mentre lavorava allo sportello, si era imbattuta in una donna ben vestita, sui cinquant’anni, con modi amichevoli e una parlantina disinvolta. Dopo qualche scambio di battute, era stata lei a proporre di prendere un caffè insieme. Così si erano scambiate i numeri.

Col tempo, tra le due era nato un rapporto di confidenza. L’impiegata aveva confessato di avere una relazione con un uomo impegnato, una situazione che le causava ansia e sofferenza. A quel punto, l’amica si era presentata come esperta di pratiche spirituali, dicendosi in grado di risolvere il problema. Aveva proposto un “percorso” fatto di riti casalinghi da compiere quattro volte a settimana con l’ausilio di candele colorate.

La donna, spinta dalla speranza di un cambiamento, aveva accettato. Aveva iniziato ad acquistare ceri per cifre sempre più alte. Ogni candela, diceva la “maga”, aveva una funzione specifica, e più erano potenti più costavano. In poco tempo, l’impiegata aveva bruciato tutto il proprio stipendio da 1300 euro al mese. Non bastando più, si era vista costretta a chiedere un finanziamento da 15mila euro.

La truffa dell'amore

Il meccanismo era perverso. Le candele, naturalmente, non avevano alcun effetto, ma la “maga” la convinceva che servissero ancora più ordini, più riti, più soldi. Ogni volta che l’uomo sposato non mostrava segnali di avvicinamento, veniva suggerito che il rituale era stato eseguito con scarsa convinzione, o che servivano candele più potenti.

A un certo punto, però, l’impiegata non riusciva più a coprire le spese. È stato allora che, secondo quanto ricostruito, la sedicente maga sarebbe passata alle maniere forti. La minacciava con messaggi e telefonate continue, faceva pressioni psicologiche dicendole che, senza i riti, le sarebbero accadute «cose terribili». Arrivava a pretendere l’estratto conto mensile, ogni 27 del mese, per valutare di persona se fosse in grado di pagarla. Addirittura tentava di convincerla a svincolare il fondo pensione, ma la banca le aveva negato l’operazione.

Non solo parole: la donna ha riferito agli investigatori che l’amica era arrivata a presentarsi sotto casa sua e del padre, per intimidirla. In quelle apparizioni improvvise pretendeva denaro, sosteneva di dover ordinare nuove forniture di candele, insisteva nel dire che la situazione sentimentale non si sarebbe mai sbloccata se lei non avesse continuato a pagare.

Quando si è resa conto di non avere più via d’uscita, ridotta al lastrico, la donna si è decisa a denunciare. In questura ha ammesso di essersi sentita «troppo ingenua» e di aver perso la capacità di dormire. Ora spera, ha detto, di potersi riprendere la sua vita, lasciandosi alle spalle mesi di ossessioni, illusioni e debiti.

Nel frattempo, la presunta maga è stata iscritta nel registro degli indagati con l’accusa di estorsione. Il fascicolo, che documenta una lunga serie di bonifici, pagamenti in contanti, messaggi salvati e segnalazioni di minacce, è stato trasmesso alla magistratura.

L’intera vicenda riapre un tema delicato e spesso sottovalutato: quello delle truffe affettive e del ricatto emotivo. Non si tratta solo di credulità, ma di fragilità psicologica, sfruttata da persone che si propongono come confidenti e guide spirituali, per poi trasformarsi in esattori senza scrupoli.

Non è la prima volta che in città emergono casi simili. Alcuni vengono archiviati come truffe, altri — come questo — approdano alla più grave accusa di estorsione. Cambia la formula, resta la dinamica: manipolazione, paura, solitudine.

In attesa dell’udienza preliminare, resta una sola certezza: l’amore non si compra, tanto meno con candele colorate da cento euro.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori