AGGIORNAMENTI
Cerca
Un’estorsione da milioni di euro
12 Luglio 2025 - 17:10
L'autovelox alle porte di Motta di Costigliole
Quando arriva a casa la busta verde, la prima reazione è quella di smoccolare: vediamo dove l’ho presa, ‘sta multa. Ah, è un autovelox. Si fa una rapida indagine tra coniuge e figli («sei tu che andavi veloce a…, quel giorno»?), magari sono passate settimane, o mesi, e uno non si ricorda più, e non ha voglia di impegolarsi in ricorsi costosi e dall’esito incerto: e allora paga e buonanotte.
Stavolta, però, all’ente che voleva fare cassa con le contravvenzioni per eccesso di velocità è andata male. L’autovelox è quello, famigerato per aver mietuto in questi anni centinaia di migliaia di “vittime”, sulla SS 231 “di S. Vittoria”, tra Asti e Cuneo in località Motta di Costigliole d’Asti, “gestito” dalla Comunità delle colline tra Langa e Monferrato, Unione di Comuni che comprende – oltre a Costigliole – Castagnole delle Lanze, Coazzolo e Montegrosso d’Asti. Un automobilista vercellese tra il 2016 e il 2018 è transitato più volte in quel tratto di strada, a velocità comprese tra i 50 e i 70 km/h, e ha ricevuto una serie di contravvenzioni, per una somma complessiva superiore ai duemila euro. Insospettito (com’è possibile che il limite sia di 50 all’ora? In quel tratto siamo fuori dal centro urbano) ha cominciato a chiedere informazioni, mediante una serie di accessi agli atti, alla Polizia Locale della Comunità delle colline. Polizia comandata da Giampaolo Francalanci che fin da subito si è mostrata reticente, non fornendo – o fornendo con estremo ritardo, e soltanto dopo numerosi solleciti: violando così le norme sulla trasparenza, oltre che il codice penale – i documenti richiesti.
Autovelox spostato
Dai documenti reperiti finora (per accedere ad alcuni di questi, siccome la Polizia Locale non li esibiva neppure a seguito di richieste formali, è stato necessario l’intervento dei carabinieri) è emerso questo. L’apparecchio autovelox era stato installato nell’estate del 2012 all’interno del centro abitato (dove il Codice della strada fissa il limite a 50 km/h). Tre anni dopo, nel 2015, è stato spostato fuori dal centro abitato, su un tratto di strada “extraurbana secondaria” dove il limite è di 90 km/h: ma la Polizia Locale della Comunità delle colline ha continuato ad applicare quello di 50 km/h, elevando decine di verbali di contravvenzione ogni giorno (contravvenzioni mai contestate sul posto: verbali redatti e inviati nei giorni successivi da un ufficio di Polizia Locale che praticamente faceva solo questo).
Autorizzazione tardiva
Si arriva così al 2019, quando – a seguito delle richieste di atti inviate dall’automobilista vercellese – la Polizia Locale “scopre” (e pensare che, di mestiere, fanno i Vigili) che per abbassare il limite di velocità rispetto a quello stabilito dal Codice della strada occorre l’autorizzazione del proprietario della strada stessa. Che in questo caso non è la Comunità delle colline, e nemmeno il Comune di Costigliole d’Asti, bensì il Demanio dello Stato. Francalanci e compagnia – spiega l’agente Veronica Forno dell’ufficio di Polizia Locale – si affrettano allora a chiedere all’Anas l’autorizzazione all’abbassamento del limite, che ottengono a partire dalle ore 10 del 9 aprile 2019. I carabinieri dell’aliquota di polizia giudiziaria della Procura di Asti accertano che «risulta in effetti un periodo compreso tra il 2015 e la data dell'1.4.2019 durante il quale l'Ente proprietario della strada non emanava ordinanze di limitazione velocità». Quindi – e questo è ormai accertato e pacifico – prima delle ore 10 del 9 aprile 2019 il limite era 90 km/h, non 50.
Quattro anni di multe da revocare
Cosa significa tutto ciò? Significa che per quattro anni – dal 2015 al 2019 – la Polizia Locale della Comunità delle colline tra Langa e Monferrato con quell’autovelox ha elevato decine di migliaia di contravvenzioni per superamento del limite di velocità di 50 km/h quando, a norma di Codice della strada e in assenza di deroghe, il limite in quel tratto era di 90 km/h. Per anni, insomma, la Comunità delle colline si è finanziata in modo truffaldino, estorcendo agli automobilisti – direttamente o con l’intervento di agenzie di recupero crediti, che minacciavano e minacciano tuttora pignoramenti e fermi amministrativi – somme di denaro non dovute.
A quanto ammonta l’incasso? In attesa di dati più precisi si può tentare una stima. Francalanci, interrogato dai carabinieri, sostiene che «con detto autovelox dal momento dell’installazione sono state elevate circa 150/200 mila contravvenzioni». Ora, circoscrivendo il periodo “illegittimo” al quadriennio 2015-2019, e ammettendo che alcuni automobilisti siano transitati superando i 90 km/h (e quindi giustamente multati), è presumibile che le contravvenzioni elevate senza averne titolo siano state almeno 50 mila; stimando una media di circa 200 euro ciascuna (senza considerare, quindi, interessi, spese di recupero e altri aggravi), significa che la Comunità delle colline ha incassato illegittimamente, in quattro anni, almeno 10 milioni di euro.
Cosa accade ora
L’automobilista che, approfondendo la questione e insistendo con le richieste di documenti, ha sfondato il “muro di gomma” opposto dalla Polizia Locale della Comunità delle colline e ha scoperto tutto ciò (e che in passato, per una multa presa con lo stesso autovelox aveva già presentato un ricorso al prefetto, ottenendone la cancellazione) ha presentato una circostanziata denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti per i reati di falso, truffa ed estorsione. E’ stato aperto un procedimento penale e dopo una prima udienza il giudice per le indagini preliminari ha disposto ulteriori accertamenti di polizia giudiziaria, che – mediante acquisizione di documenti e interrogatori – hanno confermato quanto esposto dal denunciante. Presto si tornerà in aula, ma con queste evidenze la Comunità delle colline – attualmente presieduta da Calogero Mancuso, sindaco di Castagnole delle Lanze – e la sua Polizia Locale rischiano grosso.
Edicola digitale
I più letti
Ultimi Video
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.