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Cronaca

Orrore a Torino: arrestato 50enne per sfruttamento di minorenni in video pedopornografici

Sfruttamento e produzione di materiale pedopornografico nel deep web svelati dalle indagini della Polizia Postale

Orrore a Torino

Orrore a Torino: arrestato 50enne per sfruttamento di minorenni in video pedopornografici

Un uomo di 50 anni, residente a Torino e impiegato in una ditta di pulizie, è stato arrestato dalla Polizia Postale con l’accusa di sfruttamento sessuale di minorenni. L’individuo, già noto alle forze dell’ordine per una denuncia nel 2024 legata al possesso di materiale pedopornografico, è ora al centro di un’indagine che ha portato alla luce un’attività criminale di estrema gravità, condotta attraverso il deep web.

Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Davide Pretti, hanno rivelato che l’uomo era attivo in chat nascoste, dove orchestrava la produzione di video a sfondo sessuale coinvolgendo minori, alcuni dei quali di età inferiore ai due anni. Secondo quanto emerso, l’indagato avrebbe convinto una donna, dietro compenso, a realizzare filmati che includevano il proprio figlio di appena due anni e altre bambine. I pagamenti, che variavano tra i 30 e i 50 euro per ogni atto, erano il prezzo di un sistema aberrante che sfruttava l’innocenza dei più vulnerabili.

Gli agenti del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Torino hanno sequestrato circa 380 file in possesso dell’uomo, tutti contenenti immagini e video di minorenni costretti a partecipare a spettacoli pedopornografici. Le indagini hanno confermato che l’uomo non si limitava a detenere il materiale, ma era attivamente coinvolto nell’organizzazione e nella gestione di queste attività illecite, sfruttando la vulnerabilità di giovani vittime e, in alcuni casi, la complicità di adulti disposti a cedere i propri figli per denaro.L’arresto rappresenta un passo significativo nella lotta contro la pedopornografia, ma le autorità sottolineano che il lavoro è tutt’altro che concluso.

Pedo-pornografia

Gli investigatori stanno proseguendo le indagini per identificare eventuali complici e altre vittime, con l’obiettivo di smantellare completamente la rete criminale. Il caso ha suscitato profondo sdegno nella comunità torinese, sollevando interrogativi sulla necessità di rafforzare i controlli sul deep web e di sensibilizzare la società su un fenomeno che, pur nascosto, continua a mietere vittime.La vicenda getta luce su una realtà inquietante: il commercio di materiale pedopornografico non è solo un crimine isolato, ma un sistema che si nutre di sfruttamento e corruzione, spesso celato dietro l’anonimato della rete.

Le forze dell’ordine, grazie a un monitoraggio costante e a tecnologie avanzate, sono riuscite a interrompere, almeno in parte, questa catena di abusi. Tuttavia, il caso evidenzia l’urgenza di un impegno collettivo per proteggere i minori e contrastare chi lucra sulla loro sofferenza.L’uomo si trova attualmente in carcere, in attesa di ulteriori sviluppi giudiziari. La città di Torino, scossa da questa notizia, si stringe attorno alle vittime, auspicando che giustizia sia fatta e che simili orrori non trovino più spazio nella società.

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