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Cronaca
06 Giugno 2025 - 21:56
“Mi ha detto che sarei stata la prossima Giulia Cecchettin o Giulia Tramontano.” È con questa frase agghiacciante che l’ex compagna di Lorenzo Venera, in arte Amnesia, ha scosso l’aula del Tribunale di Torino durante l’udienza del 6 giugno. La donna ha raccontato, tra le lacrime, di aver subito minacce di morte in almeno due occasioni, nel 2023 e nel 2024, durante una relazione tormentata con l’ex rapper torinese divenuto noto al grande pubblico grazie alla sua partecipazione alla dodicesima edizione del talent show Amici nel 2013.
L’imputato, oggi 36enne, è accusato di maltrattamenti e minacce gravi, per fatti avvenuti tra il 2018 e il 2024. A difenderlo in aula l’avvocato Roberto Saraniti, mentre la pubblica accusa è sostenuta dalla pm Barbara Badellino.
La relazione tra Venera e la donna era iniziata nel 2017 e aveva portato alla convivenza in un appartamento di proprietà del padre di lui. Da subito, però, il rapporto si sarebbe rivelato instabile, segnato da tensioni, litigi e frequenti riavvicinamenti. La situazione sarebbe definitivamente precipitata nell’autunno del 2024.
Durante la sua deposizione, la donna – oggi costituitasi parte civile con l’assistenza dell’avvocata Gabriella Boero – ha descritto un clima di controllo ossessivo: "Controllava costantemente il mio telefono, era geloso di tutto, voleva sapere dove fossi, con chi parlavo, cosa facevo." Ma la gelosia, ha spiegato, era solo l’inizio: “Mi ha schiaffeggiata, mi ha dato pugni in testa, mi ha strattonata, mi ha tirato i capelli. Una volta mi ha detto ‘ti ammazzo’, un’altra ‘un incidente può sempre capitare…’”.
Il culmine fu raggiunto la notte di Halloween del 2024. Una vicina di casa, allarmata dal frastuono che proveniva dall'appartamento, decise di chiamare i carabinieri. In quell’occasione, la coppia stava litigando violentemente al ritorno da una festa di compleanno. I militari intervennero e portarono entrambi in caserma. Scattò la procedura del Codice Rosso, con l’immediata attivazione di misure cautelari: prima il carcere, poi gli arresti domiciliari per Venera.
Il collegio giudicante, presieduto dalla giudice Elisabetta Chinaglia, con a latere Costanza Goria e Stefania Bruno, ha ascoltato con attenzione la drammatica testimonianza della donna, interrotta più volte dalle lacrime.
A rafforzare l’impianto accusatorio è arrivata anche la deposizione di una seconda testimone: un’altra ex compagna del cantante, che ha riferito comportamenti violenti simili, vissuti durante la loro convivenza. Le due donne non si conoscevano prima dell’indagine.
Ma il nome di Lorenzo Venera non è nuovo alle cronache. Già nel 2014 era finito nei guai per detenzione di droga: durante una perquisizione, i carabinieri avevano trovato in casa sua 30 ovuli di hashish, 29 dosi di marijuana, una pianta di cannabis e un bilancino di precisione. Allora si era giustificato dichiarando che la droga era “per uso personale”.
Dopo il debutto televisivo ad Amici, Venera aveva pubblicato alcuni singoli, tra cui "Il mio sole", cercando di intraprendere una carriera musicale da indipendente. Ma i riflettori si erano spenti presto, e negli ultimi anni il suo nome è riemerso solo per vicende giudiziarie.
Il processo prosegue, e la prossima udienza è già stata calendarizzata per il mese di luglio. Intanto, il caso ha riacceso l’attenzione pubblica sul tema della violenza di genere, con l'eco tragica dei nomi di Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano che risuona ancora nelle aule dei tribunali, come monito e come ferita aperta nella società.
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