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Cronaca

Telefono, droga e coltello: la polizia penitenziaria perquisisce il carcere di Torino

Blitz all’alba nel padiglione B del Lorusso e Cutugno: trovati anche grappa artigianale e psicofarmaci detenuti irregolarmente

Telefono, droga e coltello: la polizia penitenziaria perquisisce il carcere di Torino

Telefono, droga e coltello: la polizia penitenziaria perquisisce il carcere di Torino (immagine di repertorio)

Un’operazione silenziosa, mirata, efficace. All’alba di venerdì 11 luglio, il padiglione B del carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino è stato teatro di una perquisizione straordinaria condotta dalla polizia penitenziaria, che ha portato al sequestro di una vera e propria collezione di oggetti vietati, a conferma del livello di penetrazione raggiunto dalla microcriminalità anche dietro le sbarre.

Sotto il coordinamento diretto degli ispettori del Corpo, le squadre sono intervenute in modo capillare nelle celle del padiglione, senza che si verificassero disordini. Il bilancio è pesante: due smartphone con relativi caricatori, un microtelefono, una quantità non precisata di cannabis, un coltello rudimentale con lama da 10 centimetri, cinque cavi USB, un secchio pieno di grappa artigianale autoprodotta e un accumulo di psicofarmaci detenuti senza autorizzazione.

Una lista che somiglia più a quella di un nascondiglio criminale che a quanto ci si aspetterebbe di trovare in un’istituzione penitenziaria. Eppure, ancora una volta, è stata la professionalità degli agenti a impedire che questi materiali potessero essere utilizzati per fini illeciti o peggio.

L’organizzazione sindacale autonoma della Polizia Penitenziaria, OSAPP, ha commentato l’operazione attraverso il segretario generale Leo Beneduci, che ha elogiato il lavoro svolto in condizioni operative sempre più difficili. “L’operazione conferma l’efficacia e la competenza del Corpo – ha dichiarato – nonostante le croniche criticità strutturali e organizzative che affliggono il sistema carcerario italiano, in particolare a Torino”.

Beneduci ha anche rivolto un appello all’Amministrazione centrale affinché, almeno in questa circostanza, venga riconosciuto concretamente il valore e il merito del personale intervenuto. Il sindacalista ha infatti ricordato come il corpo operi in una condizione di carenza gravissima di organico e mezzi, pur riuscendo comunque a garantire la sicurezza interna dell’istituto e quella, indiretta, dell’intera collettività.

Il carcere “Lorusso e Cutugno” non è nuovo a sequestri del genere. Proprio nei mesi scorsi erano stati rinvenuti altri cellulari e quantitativi di droga, segno che il problema è sistemico e che i canali di introduzione di oggetti vietati all’interno dell’istituto continuano a rimanere attivi e pericolosamente efficienti.

A preoccupare, più della lista degli oggetti sequestrati, è il quadro generale che emerge: un carcere sempre più permeabile alle infiltrazioni, in cui il controllo del territorio da parte dello Stato viene mantenuto solo grazie allo sforzo e alla dedizione degli agenti. Una situazione che impone interventi strutturali urgenti, dal rafforzamento dell’organico al miglioramento della dotazione tecnologica, passando per un ripensamento del sistema di vigilanza e ispezione interna.

Immagine di repertorio

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