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Cronaca
11 Luglio 2025 - 09:32
Villastellone nel mirino: tentano il colpo alle Poste dopo la rapina da 40.000 euro
Prima un colpo riuscito, poi un secondo tentativo andato a vuoto. Stessa squadra, stessa meta, stesso schema criminale. Solo che la seconda volta, ad aspettarli c’erano i Carabinieri. Tre uomini residenti nella prima cintura torinese sono stati arrestati l’8 luglio dai militari della Compagnia di Chieri, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura di Torino.
Le accuse sono pesanti: rapina aggravata, tentata rapina e persino sequestro di persona, perché durante il primo assalto la direttrice dell’ufficio postale fu immobilizzata con delle fascette. I fatti risalgono all’agosto 2023, quando l’ufficio postale di Villastellone finì nel mirino di due dei tre arrestati.
Nonostante la dinamica fosse studiata nei dettagli, i rapinatori non avevano fatto i conti con le telecamere e i rilievi tecnici. Grazie a un paziente lavoro d’indagine, gli investigatori del Nucleo Operativo e Radiomobile sono riusciti a collegare volti, spostamenti e abitudini, delineando con chiarezza la struttura del gruppo.
Secondo quanto ricostruito, nell’agosto scorso i due malviventi fecero irruzione armati e mascherati. Legarono la direttrice alla sedia con delle fascette di plastica per garantirsi la fuga. Bottino: oltre 40.000 euro.
Oggetti sequestrati dai Carabinieri
Un mese e mezzo dopo, gli stessi due – affiancati da un terzo complice – ci riprovarono. Sempre a Villastellone. Ma questa volta qualcosa andò storto: l’ingresso dell’ufficio resistette all’effrazione e i tre furono costretti a fuggire a mani vuote, lasciando dietro di sé coltellacci, fascette, mascherine, occhiali da sole e persino un finto ordigno esplosivo. Materiale che gli investigatori hanno definito “utilizzabile per minacciare i dipendenti”.
Le indagini sono andate avanti per mesi. Gli inquirenti hanno passato al setaccio le immagini delle telecamere di sorveglianza pubblica, incrociandole con i dati tecnici raccolti sul campo. Ne è emerso un quadro dettagliato delle frequentazioni e dei movimenti dei tre arrestati, tutti già noti alle forze dell’ordine.
C’era anche un quarto uomo coinvolto, identificato come autista del mezzo usato durante i colpi. Ma, al momento, a suo carico non sono stati raccolti elementi sufficienti per disporre misure cautelari.
I tre sono stati portati nel carcere torinese “Lorusso e Cutugno” e restano sotto indagine. L’ordinanza è stata emessa in fase preliminare, quindi – come sempre – vale la presunzione di innocenza.
Il caso di Villastellone ha riportato l’attenzione su un fenomeno che sembrava in parte archiviato: le rapine agli uffici postali di provincia, un tempo frequenti, oggi rare e spesso più goffe che efficaci. Ma questa vicenda, con due blitz pianificati in sequenza e un sequestro di persona nel mezzo, mostra un’escalation organizzativa non trascurabile.
Resta da capire se il gruppo abbia tentato altri colpi o se si sia trattato di una banda improvvisata, con obiettivi mirati e circoscritti. La Procura e i Carabinieri non escludono ulteriori sviluppi.
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