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Cronaca
07 Luglio 2025 - 09:56
Notte di violenza al Mauriziano, due guardie ferite da un paziente fuori controllo
Un’aggressione brutale, improvvisa, che ha trasformato una normale notte d’attesa al pronto soccorso in una scena di caos e violenza. È successo tra sabato 5 e domenica 6 luglio, all’ospedale Mauriziano di Torino, dove un uomo, di origine straniera, ha dato in escandescenze nella sala d’attesa del pronto soccorso. Prima ha urlato e minacciato il personale sanitario, poi ha scatenato la sua rabbia contro le guardie giurate in servizio.
L’uomo ha sollevato con forza una panchina in metallo, posizionata nell’area di attesa, e l’ha lanciata addosso a una delle guardie, colpendola al braccio e facendola cadere a terra. La furia non si è fermata lì: nel tentativo di riportare la calma, entrambi gli addetti alla sicurezza sono stati coinvolti nella colluttazione. Hanno riportato diversi traumi e contusioni, con prognosi superiori ai dieci giorni.
Il fatto ha scatenato preoccupazione e indignazione non solo tra gli operatori sanitari, ma anche tra i rappresentanti sindacali del settore sicurezza. A prendere posizione è stato Marco Porfidia, segretario provinciale del SAV – Sindacato Autonomo di Vigilanza: "Vogliamo una presa di posizione chiara da parte delle istituzioni e proponiamo l’apertura urgente di un tavolo tecnico per affrontare in modo strutturato la questione sicurezza nei pronto soccorso". Una richiesta che suona come un grido d’allarme, non isolato.
Quello che è accaduto al Mauriziano è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di aggressioni che negli ultimi mesi hanno coinvolto il personale di sicurezza, infermieri, medici e pazienti in diversi presidi sanitari torinesi. Il pronto soccorso, in particolare, è un luogo sempre più a rischio. Le sale sono affollate, sotto pressione, spesso teatro di attese lunghe, frustrazione e nervosismo. Un contesto in cui basta un piccolo innesco per far esplodere situazioni fuori controllo.
Secondo il sindacato, la questione va affrontata non solo come emergenza ma come problema strutturale. Non si tratta più di singoli casi isolati, ma di un fenomeno crescente che richiede una risposta istituzionale concreta. Tra le richieste principali figurano: più personale di vigilanza, presidi fissi con agenti formati alla gestione delle crisi, miglioramento dell’organizzazione interna e introduzione di protocolli d’intervento rapidi in caso di aggressioni.
In particolare, il SAV chiede che venga avviato un dialogo immediato con le direzioni sanitarie e la Regione, responsabile della gestione della sanità pubblica. "Non possiamo più lavorare in queste condizioni – aggiunge Porfidia – ogni giorno i nostri colleghi rischiano di essere aggrediti, feriti o peggio. E con loro anche chi lavora negli ospedali o vi si rivolge per ricevere cure".
Nel frattempo, i due vigilantes feriti sono stati medicati e sono in fase di recupero. L’uomo responsabile dell’aggressione è stato bloccato e identificato dai carabinieri, che stanno valutando i profili penali della sua condotta. Non sono ancora note le sue condizioni psichiche né le ragioni del suo gesto, ma l’ospedale ha già segnalato l’episodio alla procura.
L’accaduto rilancia un problema che riguarda la sicurezza di tutti: non solo quella degli addetti alla sorveglianza, ma anche quella del personale sanitario e dei pazienti. Le strutture ospedaliere dovrebbero essere luoghi protetti, in cui le fragilità vengono accolte, non esposte a ulteriori pericoli.
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