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Cronaca
05 Luglio 2025 - 15:04
Jacopo Peretti, 35 anni, di Mazzè
Non è stata una fuga di gas. Non un incidente, non una tragica fatalità.
L’esplosione che nella notte tra il 29 e il 30 giugno ha devastato il palazzo di via Nizza 389, a Torino, potrebbe essere stata voluta, cercata, innescata. A dirlo ora è la Procura, che ha cambiato rotta abbandonando la pista accidentale e ipotizzando un atto doloso. Gli investigatori della squadra mobile tengono il massimo riserbo, ma un dettaglio riemerge tra le macerie: un innesco, forse un ordigno artigianale, che avrebbe dato il via all’inferno. Una settimana dopo, il bilancio è pesantissimo: una vittima, cinque feriti, quaranta sfollati. E un quartiere intero che ora ha paura.
La vittima ha un nome, un volto, una storia: Jacopo Peretti, 35 anni, canavesano di Mazzè, travolto dalle fiamme nel sonno, in quella mansarda dove inseguiva i suoi sogni.
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