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Cronaca

Esplosione in via Nizza, una vittima e un 12enne gravemente ferito: «Sembrava un missile»

Tragedia a Torino: esplosione in un palazzo scuote la città, un morto e cinque feriti, la comunità del Canavese in lutto per Jacopo Peretti.

Esplosione in via Nizza

Esplosione in via Nizza: testimonianze, commenti e sconforto

Una notte d’estate, un quartiere popolare, un’esplosione nel sonno. È una tragedia che scuote Torino ma che colpisce al cuore anche il Canavese, quella che si è consumata nella notte tra il 29 e il 30 giugno in via Nizza 389, quando un’intera porzione di palazzo è stata sventrata da una deflagrazione tanto improvvisa quanto violenta. Il bilancio è pesante: un morto, diversi feriti e decine di famiglie sfollate. A perdere la vita è stato Jacopo Peretti, 35 anni, originario di Mazzè, piccolo comune del Basso Canavese.

L’esplosione è avvenuta alle 3:10 del mattino. L’appartamento da cui tutto è partito si trovava al quinto piano di un condominio multipiano, ma la violenza dello scoppio ha coinvolto almeno altri quattro alloggi, tra cui quello di Peretti, situato proprio accanto a quello della coppia in vacanza all’Isola d’Elba, proprietaria dell’immobile da cui si ritiene sia partita la deflagrazione. Non è ancora chiaro se si sia trattato di una fuga di gas o di un problema legato agli impianti. Italgas, intervenuta sul posto su chiamata dei vigili del fuoco, ha confermato di aver intercettato gli impianti a livello stradale, ma al momento non è ancora stato possibile esaminare direttamente il punto dell’esplosione, troppo pericoloso da raggiungere.

Il boato è stato talmente forte da essere udito a centinaia di metri di distanza. «Sembrava un missile», racconta Massimo Valle, residente della zona. «Mi ero appena messo a letto quando ho sentito un rumore assordante. La palazzina ha tremato. Sono corso alla finestra e ho visto l’ultimo piano rovesciarsi sulla strada. La gente gridava aiuto, per strada non si poteva camminare per via dei detriti e delle auto distrutte. Abbiamo avuto davvero paura». L’esplosione ha provocato anche un incendio, che ha aggravato ulteriormente la situazione. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, polizia, ambulanze. I palazzi civici 389/8 e 389/6 sono stati completamente evacuati, mentre al 389/4 gli abitanti sono stati fatti uscire in via precauzionale.

Peretti abitava in affitto in uno degli appartamenti adiacenti all’epicentro dell’esplosione. Il proprietario dell’immobile, accorso subito sul posto non appena saputo dell’accaduto, ha raccontato di aver cercato per ore di contattarlo al telefono. Il cellulare risultava spento, ma Jacopo era solito disattivarlo di notte. Il sospetto ha cominciato a farsi certezza quando l’auto del ragazzo è stata trovata ancora parcheggiata sotto casa, coperta dai detriti dell’esplosione. Solo in mattinata i vigili del fuoco, scavando tra le macerie, hanno ritrovato il corpo, senza vita, tra le rovine della sua abitazione.

Una morte assurda, silenziosa, mentre dormiva, travolto dalle macerie in un attimo. I genitori sono arrivati in via Nizza a metà mattinata. I volti segnati dallo sconforto, l’incredulità ancora viva negli occhi. Anche il proprietario dell’appartamento, seduto sul marciapiede con accanto il suo cane, non è riuscito a trattenere le lacrime.

Jacopo era un ragazzo determinato e con la testa sulle spalle. Diplomato al liceo scientifico Newton di Chivasso, aveva proseguito gli studi in Amministrazione, Finanza e Controllo presso l’Università di Torino. Lavorava per Jphonia, un’azienda torinese che si occupa di consulenza nel settore energetico, e nel tempo libero svolgeva anche un secondo lavoro in palestra. In passato aveva fatto l’operatore di call center e il commesso in un negozio di telefonia. Viveva da anni a Torino, ma era rimasto molto legato al suo paese d’origine, Mazzè, dove ancora risiedono diversi familiari e dove aveva conservato solide amicizie. Tifosissimo del Torino, era una persona riservata, gentile, apprezzata da tutti.

Il Canavese lo piange. A Mazzè, la notizia ha raggiunto il paese in mattinata, diffondendosi come un’eco dolorosa. Il sindaco ha espresso vicinanza e cordoglio alla famiglia, parlando di una perdita che colpisce l’intera comunità. «Jacopo era un giovane serio, impegnato, con una vita ancora tutta da costruire. Una tragedia inspiegabile», ha dichiarato.

Ma Jacopo non è l’unico ad aver subito le conseguenze dell’esplosione. Una famiglia egiziana residente nello stesso piano è rimasta ferita, e soprattutto desta preoccupazione il caso di un bambino di 12 anni di origine romena, che viveva in un alloggio al piano sottostante. Il piccolo è stato ricoverato in condizioni gravi ed è ora in prognosi riservata. L’onda d’urto ha infatti sfondato il pavimento, provocando un crollo strutturale che ha coinvolto due alloggi sottostanti.

Le indagini sono ora nelle mani della Procura di Torino, che ha aperto un fascicolo per disastro colposo. Si attendono le relazioni tecniche dei vigili del fuoco e di Italgas per comprendere l’origine dello scoppio. Si tratta di un lavoro complesso, che richiederà tempo: l’intera area è ancora interdetta e messa in sicurezza, e solo nelle prossime ore si potrà valutare la possibilità per alcuni residenti di rientrare nei propri alloggi.

Quel che resta, per ora, è il dolore. Il vuoto lasciato da una giovane vita spezzata nel sonno. Il senso di impotenza di fronte a una tragedia imprevedibile, che trasforma in un attimo una notte d’estate in un incubo. E un’intera comunità, tra Torino e il Canavese, che oggi si stringe attorno al ricordo di Jacopo Peretti. Un ragazzo come tanti, che meritava molto di più.

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