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04 Luglio 2025 - 10:04
Alessandria, 86enne chiama la polizia: quello che succede dopo è inaspettato
Non è la classica emergenza che fa scattare sirene o lampeggianti. Non c’erano ladri, né fughe di gas, né incidenti. Solo una voce anziana e tremante, che al telefono diceva di non avere nessuno e di non riuscire a fare la spesa. Una richiesta che spesso non viene ascoltata, o peggio ancora ignorata. Ma ad Alessandria, questa volta, ha ricevuto una risposta diversa. Più umana. Più vera.
È successo il 4 luglio. Una donna di 86 anni, sola in casa, ha chiamato il centralino della Questura di Alessandria. Aveva bisogno di aiuto, non riusciva a uscire per fare la spesa e non sapeva a chi rivolgersi. Vive da sola, non ha familiari nelle vicinanze, e quel giorno la paura era più forte del silenzio. Così ha composto il numero della Polizia di Stato, non per denunciare un reato ma per cercare una mano tesa.
A rispondere alla chiamata sono stati due giovani agenti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico. Nessun automatismo. Nessuna risposta preconfezionata. La nota diffusa dalla Questura racconta un intervento che va oltre il dovere: i due agenti, dopo aver parlato con l’anziana, hanno deciso di occuparsene personalmente. L’hanno ricontattata, si sono fatti dire cosa le servisse, sono andati in un supermercato a comprare pane, latte, pasta e altri beni essenziali, poi hanno raggiunto l’abitazione della signora.
Ma il gesto più importante è avvenuto dopo la consegna. I due agenti non se ne sono andati subito. Si sono seduti con lei, hanno chiacchierato, l’hanno ascoltata. Un gesto semplice, ma potente. In quei minuti, la divisa ha smesso di rappresentare solo l’autorità per diventare presenza, vicinanza, conforto.
L’episodio racconta molto più di un intervento di soccorso. Parla di un’Italia invisibile, quella degli anziani soli, spesso dimenticati, per cui anche fare la spesa può trasformarsi in un ostacolo insormontabile. Secondo i dati ISTAT del 2024, oltre il 42% degli over 75 italiani vive da solo, e molti di loro non hanno supporto familiare né accesso a servizi sociali adeguati. In questa realtà, una telefonata può diventare un grido, e chi la riceve ha una responsabilità che va oltre la legge.
Il comportamento dei due poliziotti di Alessandria dimostra che esiste ancora uno spazio per la gentilezza, anche dentro un sistema che spesso è percepito come distante. E se da un lato è giusto raccontare questo gesto per quello che è – un segno concreto di umanità –, dall’altro va anche detto che non dovrebbe essere un’eccezione. Una società civile ha il dovere di strutturare forme di aiuto stabile e organizzato per chi vive in condizioni di fragilità.
In questo senso, l’episodio di Alessandria solleva anche una domanda politica e sociale: perché una donna sola di 86 anni deve rivolgersi alla polizia per fare la spesa? Dove sono i servizi territoriali, il volontariato, l’assistenza domiciliare? È giusto che siano gli agenti a colmare un vuoto istituzionale?
Intanto, però, quei due giovani hanno fatto la cosa giusta. Hanno mostrato che la divisa può significare anche empatia, che il dovere può includere l’attenzione, e che un gesto concreto vale più di mille campagne sulla solitudine.
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