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Cronaca
30 Giugno 2025 - 12:29
Canavese in lutto per Jacopo! Vittima dell’esplosione a Torino, aveva 35 anni
Torino si risveglia sconvolta. A poche ore dall’esplosione che nella notte tra il 29 e il 30 giugno ha devastato un palazzo in via Nizza 389, c’è un nome e un volto dietro quel corpo recuperato dai vigili del fuoco: Jacopo Peretti, 35 anni, originario di Mazzè, è la vittima accertata del rogo. Dormiva nel suo appartamento quando l’esplosione lo ha colto di sorpresa. Non ha avuto il tempo di fuggire. Le fiamme, partite intorno alle 3:10 del mattino, hanno divorato l’alloggio, insieme ad almeno altri due appartamenti dello stesso stabile. I detriti hanno sfigurato la facciata e reso inagibile l’intero edificio.
Per ore si è sperato. I familiari e gli amici hanno cercato di contattarlo al telefono. Ma il suo cellulare era spento, come sempre di notte. Nessuno si è arreso, nemmeno quando sotto casa hanno visto la sua auto ancora parcheggiata, ricoperta dalla polvere e dai resti dell’esplosione. Una presenza silenziosa e agghiacciante. La conferma, purtroppo, è arrivata nella tarda mattinata del 30 giugno: i vigili del fuoco, durante la bonifica dei locali, hanno rinvenuto il corpo tra le macerie. Non ci sono stati dubbi sulla sua identità.
Jacopo Peretti era una figura riservata, determinata, molto stimata nel suo ambiente. Dopo il diploma al liceo scientifico Newton di Chivasso, aveva proseguito gli studi in Amministrazione, Finanza e Controllo presso la Scuola di Management ed Economia dell’Università di Torino. Viveva da anni nel capoluogo piemontese, dove si era costruito una vita indipendente e laboriosa. Lavorava per Jphonia, una società di consulenza nel settore energetico. Per arrotondare, collaborava anche con una palestra. Aveva alle spalle diverse esperienze: addetto alla vendita, operatore di call center, impiegato nei servizi.
Amava il calcio, e in particolare il Torino FC, squadra di cui era tifoso appassionato. Ma chi lo conosceva lo descrive soprattutto come un ragazzo serio, affidabile, sempre gentile, che aveva fatto dell’impegno la sua cifra quotidiana.
La sua abitazione al secondo piano è andata completamente distrutta. I vigili del fuoco hanno trovato la salma nel punto in cui sarebbe stato il letto. L’intera palazzina di sei piani è stata evacuata per motivi di sicurezza. Oltre a Jacopo, cinque persone sono rimaste ferite, fortunatamente nessuna in modo grave.
Le indagini sull’esplosione sono in corso. Gli inquirenti non hanno ancora chiarito l’esatta dinamica. Non è stato possibile individuare con certezza l’origine dell’esplosione, ma si ipotizza un problema legato a una fuga di gas. Alcuni residenti, scesi in strada nel cuore della notte, hanno riferito di aver sentito un forte boato, seguito da vetri infranti e una nube di fumo.
A coordinare gli accertamenti è la Procura di Torino, che ha aperto un fascicolo per disastro colposo e omicidio colposo. Sarà disposta l’autopsia sul corpo di Jacopo e saranno effettuate perizie tecniche sui resti della palazzina.
Nel frattempo, il dolore per la sua morte si è allargato a tutta la comunità. Il sindaco di Mazzè, dove vivono ancora i genitori di Jacopo, ha espresso cordoglio a nome dell’amministrazione e si è detto pronto a fornire supporto alla famiglia. Sui social, amici e conoscenti stanno lasciando messaggi di affetto e incredulità.
«Ti ho visto l’ultima volta due mesi fa in palestra, sempre sorridente, sempre educato», scrive una collega. «Una persona perbene, che non meritava una fine così».
Il suo ricordo resterà legato a una tragedia assurda, esplosa nel cuore della notte, in una via piena di vita. Ma soprattutto, resterà l’immagine di un ragazzo che si era fatto da solo, che inseguiva il suo futuro con dignità e costanza. E che ora lascia un vuoto incolmabile tra chi gli voleva bene.
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