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Cronaca

Banda dei furti in manette: arrestati con oro e contanti in auto

Allarme sulla sicurezza delle abitazioni private, soprattutto in estate, quando molte case restano incustodite per ore o giorni

Banda dei furti

Banda dei furti in manette: arrestati con oro e contanti in auto

Viaggiavano con un tesoro in macchina: contanti per oltre 24mila euro e gioielli del valore di 150mila euro. I tre, un uomo di 40 anni di La Spezia, un 33enne di Tortona e una donna piacentina di 40 anni, sono stati arrestati a Brescia con l’accusa di far parte di una banda specializzata in furti in abitazione.

I carabinieri li seguivano da giorni, osservando i loro spostamenti sospetti tra Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna. Il fermo è scattato dopo l’ennesimo blitz, avvenuto a Sabbioneta, in località Ponterra, nel Mantovano. Secondo quanto ricostruito, il gruppo avrebbe messo a segno un colpo mirato all’interno di una casa isolata, forzando l’ingresso mentre i proprietari erano assenti.

A farli scoprire è stato un sistema di sorveglianza privato, che ha registrato alcuni movimenti sospetti e ha permesso di segnalare l’auto a noleggio su cui viaggiavano. Quando i militari li hanno fermati alle porte di Brescia, hanno trovato banconote in mazzette nascoste sotto il sedile e gioielli in buste termosaldate, pronti per essere ricettati o rivenduti.

I tre erano già noti alle forze dell’ordine. Tutti e tre con precedenti specifici per furti in appartamento, erano stati già segnalati in passato per la partecipazione a operazioni “a ripetizione”, in diverse province del Nord. La dinamica è quasi sempre la stessa: identificano obiettivi in zone tranquille, spesso lontane dai centri urbani, e agiscono nelle fasce orarie in cui i residenti sono al lavoro o in vacanza.

La refurtiva ritrovata è stata restituita ai legittimi proprietari, che hanno riconosciuto con emozione oggetti di valore affettivo oltre che economico. Collane, bracciali, anelli, orologi, ma anche denaro contante nascosto in cassetti e armadi.

Secondo gli inquirenti, non si tratterebbe di un caso isolato. I tre sono sospettati di far parte di una rete più ampia, ben organizzata e con base logistica mobile, capace di spostarsi rapidamente da una regione all’altra, eludendo controlli e confondendosi tra i normali flussi di traffico.

Le indagini proseguono per ricostruire il percorso dei colpi precedenti e per individuare eventuali complici. Le forze dell’ordine stanno analizzando i tracciati GPS dell’auto, le celle telefoniche agganciate durante i viaggi e le immagini delle telecamere pubbliche e private che potrebbero aver immortalato il trio prima e dopo gli assalti.

La vicenda riaccende l’allarme sulla sicurezza delle abitazioni private, soprattutto in estate, quando molte case restano incustodite per ore o giorni. In diverse zone del Nord Italia, negli ultimi mesi si sono moltiplicate le segnalazioni di furti con modalità simili, con accessi forzati in pieno giorno e sparizioni rapide di oggetti di valore.

Dai primi riscontri, emerge che il gruppo agiva con una divisione precisa dei ruoli: uno sorvegliava l’esterno, uno entrava in casa e uno rimaneva in macchina pronto a partire. Un modus operandi collaudato e difficilmente contrastabile senza attività preventiva sul territorio.

Per ora i tre sono stati trasferiti in carcere a Brescia, in attesa dell’udienza di convalida. L’accusa è di furto aggravato in concorso. Ma gli investigatori non escludono nuovi sviluppi: i beni trovati in auto potrebbero essere solo una parte della refurtiva accumulata nel tempo.

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