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Cronaca

Torino, rapina al minimarket: punta la pistola a una commessa

Rapina sventata in un minimarket a Torino: la prontezza di un figlio ferma un aggressore armato, ma il quartiere Aurora rimane sotto assedio della microcriminalità

Torino, rapina al minimarket

Torino, rapina al minimarket: punta la pistola a una commessa

Un gesto violento e disperato, che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia, si è consumato nei giorni scorsi nel quartiere Aurora di Torino. Un uomo di 33 anni, italiano, ha fatto irruzione in un minimarket all’angolo tra corso Vercelli e via Carmagnola, minacciando una commessa con una pistola nel tentativo di farsi consegnare l’incasso. Ma il suo piano si è scontrato con la prontezza del figlio della vittima, anche lui impiegato nell’esercizio commerciale, che lo ha affrontato, bloccandolo e disarmandolo prima che la situazione degenerasse.

Quando gli agenti delle volanti della Polizia di Stato sono arrivati sul posto, hanno trovato l’aggressore immobilizzato a terra, circondato dai titolari e da alcuni clienti. La pistola che stringeva tra le mani si è poi rivelata un’arma a salve, priva del tappo rosso, ma nell’immediatezza dei fatti non vi era modo di distinguerla da un’arma vera. La paura, dunque, è stata autentica. I poliziotti lo hanno arrestato per tentata rapina aggravata.

Secondo la ricostruzione, l’uomo è entrato nel negozio con il volto scoperto, ha estratto l’arma e ha puntato direttamente contro la cassiera, intimandole di consegnare il denaro. Non si aspettava la reazione fulminea del figlio, che ha capito subito la gravità della minaccia e si è lanciato su di lui, riuscendo a disarmarlo dopo una breve colluttazione. Solo dopo l’arresto si è appreso che l’arma non era funzionante, ma in quel momento ogni gesto avrebbe potuto innescare una reazione violenta.

La vicenda ha scosso il quartiere. Aurora è una delle aree più problematiche della città, da anni alle prese con microcriminalità, spaccio e degrado urbano. Proprio in quella zona si moltiplicano gli episodi di violenza legati a contesti di marginalità sociale. Secondo alcuni commercianti della zona, la presenza di negozi a gestione familiare, spesso aperti fino a tarda sera, li rende bersagli facili per tentativi di rapina da parte di soggetti in difficoltà economica o in cerca di denaro facile.

L’uomo arrestato ha precedenti penali per reati contro il patrimonio e problemi di tossicodipendenza, secondo quanto trapelato da fonti investigative. Il suo gesto sarebbe maturato in un contesto di disagio personale, ma questo non attenua la gravità di quanto accaduto. In procura si valuta ora l’ipotesi di procedere con l’aggravante dell’uso dell’arma, anche se a salve, poiché ha generato panico e ha messo a rischio l’incolumità delle persone presenti.

La prontezza del giovane impiegato che ha sventato la rapina è stata decisiva, ma solleva anche interrogativi su quanto i commercianti siano oggi lasciati soli a fronteggiare situazioni potenzialmente pericolose. I sindacati di categoria chiedono da tempo un rafforzamento dei controlli nelle zone più esposte, ma soprattutto misure preventive per arginare l’ondata crescente di microcriminalità urbana.

Nel frattempo, il 33enne è stato trasferito nel carcere Lorusso e Cutugno in attesa della convalida dell’arresto. L’episodio sarà oggetto di ulteriori approfondimenti investigativi, anche per verificare eventuali legami con altre rapine o tentativi simili avvenuti in zona.

Una vicenda che si è chiusa senza conseguenze fisiche per le vittime, ma che riporta l’attenzione sull’insicurezza diffusa in alcune aree della città e sulla necessità di sostenere con più decisione il tessuto commerciale locale, spesso lasciato ad affrontare da solo i rischi quotidiani del proprio lavoro.

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