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Cronaca
24 Giugno 2025 - 13:13
Rubato di nuovo il defibrillatore dedicato a Lorenzo, il 14enne morto a Torino (immagine di repertorio)
È stato rubato per la seconda volta il defibrillatore pubblico posizionato vicino alla Farmacia Madonna delle Rose, in piazza Galimberti a Torino. Lo strumento salvavita, installato nel 2017 in via Tunisi e dedicato alla memoria di Lorenzo Greco, il ragazzo morto a soli 14 anni, era già stato sottratto una prima volta nel gennaio 2020, ma in quella circostanza fu ritrovato grazie all’intervento della Polizia. Questa volta, invece, non ci sono ancora tracce.
La scomparsa è stata segnalata dall’Associazione Italiana Cuore e Rianimazione Lorenzo Greco Onlus, che invita chiunque abbia visto qualcosa a segnalarlo alle forze dell’ordine, facendo appello alla sensibilità e al buon senso della cittadinanza per risalire ai responsabili.
Il defibrillatore era stato acquistato grazie a una raccolta fondi promossa dall’Associazione Commercianti della zona e al contributo del nonno di Lorenzo. Lo strumento, un modello Philips FRX con matricola B16-3004, era correttamente registrato nel portale della Regione Piemonte e attivo per l’utilizzo in caso di emergenza.
Immagine di repertorio
Si tratta di un furto che ha colpito un dispositivo destinato a salvare vite, non un oggetto comune. La sua assenza compromette la sicurezza di un’area pubblica molto frequentata e riduce le possibilità di intervento tempestivo in caso di arresto cardiaco.
L’associazione, nel caso in cui il defibrillatore non venga recuperato in tempi brevi, si dice pronta ad avviare una nuova raccolta fondi per sostituirlo. Su oltre 600 dispositivi installati in Piemonte, si contano quattro furti, due dei quali senza esito. Ma i promotori dell’iniziativa non intendono farsi scoraggiare e continueranno il lavoro di divulgazione e cardioprotezione, proseguendo i progetti nelle scuole e nei luoghi pubblici.
L’episodio rappresenta un danno non solo materiale ma civile, perché mina uno strumento essenziale per la sopravvivenza e la salute collettiva. L’auspicio è che chi ha portato via il Dae lo restituisca, comprendendone il valore umano prima ancora che sanitario.
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