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Cronaca
25 Giugno 2025 - 10:02
Torino, allarme aggressioni in monopattino: cittadini presi di mira nelle strade
Torino si sveglia ogni giorno più insicura. A far paura, ora, non sono solo i furti o le rapine notturne, ma una nuova modalità di aggressione rapida e violenta, che prende piede tra le vie della città: gli scippi in monopattino. Una pratica che si sta trasformando in fenomeno seriale, con vittime colte di sorpresa, buttate a terra, ferite fisicamente e scosse psicologicamente. L’ultimo episodio, avvenuto lunedì 23 giugno in via Buniva, ha coinvolto una donna di 48 anni, aggredita da due uomini in monopattino mentre tornava a casa dal lavoro.
Secondo il racconto del marito, la donna è stata colpita alle spalle, trascinata giù dalla bicicletta, strattonata con forza al collo e derubata della catenina d’oro che portava al collo. «Era a terra, tremava come una foglia», ha raccontato l’uomo. Soccorsa e portata al Gradenigo, le è stata diagnosticata una prognosi di sette giorni. Ma le ferite più profonde, come spesso accade, non sono quelle visibili.
Il quartiere Vanchiglia, storicamente tranquillo, vive oggi una stagione di ansia crescente. «Non possiamo più vivere sereni, bisogna sempre guardarsi le spalle», ammette il marito della vittima, una delle tante voci che denunciano il progressivo deterioramento della sicurezza urbana.
A confermare l’escalation è Patrizia Alessi, capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 7: «Stiamo assistendo a una moltiplicazione di casi. Gli scippi in monopattino si stanno diffondendo con modalità ripetitive e sempre più aggressive». Tra gli episodi più recenti segnalati dalla consigliera: un uomo a terra in via Pavia alle 6 del mattino, dopo essere stato derubato, e un altro colpo messo a segno in via Aosta, dove un residente si è visto strappare il cellulare di mano.
Gli scippatori in monopattino agiscono con estrema rapidità, sfruttando l’effetto sorpresa e la velocità per sfuggire alle forze dell’ordine. Una dinamica che ricorda il fenomeno delle “bande in scooter”, già noto nelle grandi città europee, e che oggi trova nuova linfa grazie alla diffusione incontrollata dei mezzi elettrici condivisi.
E non si tratta di un problema isolato. Solo poche settimane fa, un episodio simile si è verificato in via Genova, a sud della città, dove una ragazza è stata spinta contro un muro da due giovani in monopattino per rubarle la borsa. In corso Vercelli, invece, un anziano è stato sbalzato a terra e si è fratturato il femore.
La mobilità sostenibile non può diventare un’arma per il crimine. Eppure, l’assenza di controlli, la mancanza di tracciabilità dei mezzi elettrici in sharing e l’inefficienza di alcune telecamere cittadine lasciano i cittadini esposti.
Il silenzio delle istituzioni preoccupa. Serve una strategia chiara: videosorveglianza efficace, pattugliamenti costanti, tracciamento obbligatorio dei monopattini e pene certe per chi li usa per delinquere. Perché in gioco non c’è solo la sicurezza individuale, ma il diritto collettivo a vivere lo spazio urbano senza paura.
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