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Cronaca

Svegliati con schiaffi e insultati ogni giorno nella comunità per disabili

Le indagini partite da una denuncia interna: i Nas hanno filmato settimane di violenze e maltrattamenti sistematici

Violenza sulle donne

Violenza sulle donne (foto di repertorio)

Venivano svegliati a schiaffi, insultati, immobilizzati a letto con la forza. In alcuni casi, picchiati con calci e pugni da chi avrebbe dovuto prendersi cura di loro. È questo il quadro emerso dalle indagini condotte dai carabinieri del Nas e coordinate dalla Procura di Torino, che hanno portato all’arresto di otto operatori della Comunità Mauriziana di Luserna San Giovanni, nel Pinerolese. Gli indagati – sette oss e una psicoterapeuta – sono accusati di maltrattamenti aggravati nei confronti di pazienti con gravi disabilità cognitive. Per uno di loro è stato anche ipotizzato il reato di violenza sessuale.

Immagine di archivio

Secondo quanto accertato dagli investigatori, i maltrattamenti erano sistematici, quotidiani, ripetuti anche dopo i primi tre arresti avvenuti ad aprile, in quella che oggi appare come la prima fase dell’inchiesta. Le telecamere nascoste, installate nella struttura, hanno documentato scene raccapriccianti: pazienti colpiti nel sonno per farli alzare dal letto, offesi con insulti crudeli, strattonati, costretti a stare immobili contro la loro volontà, scherniti, minacciati.

A vivere nella comunità sono circa quaranta persone fragili, molte delle quali, pur avendo commesso reati, non possono essere considerate penalmente responsabili a causa delle loro condizioni psichiche. Persone che avevano bisogno di protezione e che, invece, sono diventate bersagli di soprusi e violenze. Le accuse, ancora in fase preliminare, si fondano su prove ritenute solide dalla Procura: una lunga sequenza di abusi psicologici e fisici, in un clima di impunità e omertà.

Tutto è partito da una segnalazione interna. Un dipendente, stanco delle violenze dei colleghi, ha denunciato i fatti prima alla direzione e poi alle forze dell’ordine. Da lì sono scattate le indagini, condotte in modo capillare, che hanno permesso di confermare quanto denunciato e di ricostruire la catena degli abusi.

Immagine fornita dai Nas

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