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20 Giugno 2025 - 10:02
Caldo, ospedali sotto pressione: aumentano gli accessi in Piemonte, anziani sempre più a rischio
A Torino l’estate non è ancora ufficialmente cominciata, ma negli ospedali cittadini si registrano già i primi segnali di crisi. Le alte temperature, iniziate con settimane d’anticipo rispetto alla media stagionale, stanno colpendo in particolare la fascia più fragile della popolazione: gli anziani. E le conseguenze si misurano in numeri che, da soli, bastano a far scattare l’allarme.
Al San Giovanni Bosco, si contano 220 accessi al giorno, con una percentuale del 30% correlabile al caldo. Situazione analoga al Maria Vittoria, dove il 15% dei circa 230 passaggi giornalieri riguarda problemi tipici del periodo: disidratazione, cadute, sbalzi di pressione, stati confusionali. Al Martini, il 26% degli accessi (su una base media di 180-200) è riconducibile alle stesse cause. Al Mauriziano si registrano 20 casi al giorno, con un aumento del 15-20% rispetto ai mesi precedenti. Alle Molinette, l’incremento è più contenuto, tra il 5 e il 10%, ma il trend è chiaro: il caldo mette in difficoltà il sistema sanitario.
Le diagnosi più frequenti sono legate agli effetti del calore su pazienti già deboli: alterazioni elettrolitiche, polmoniti, infezioni urinarie, dissenteria, cadute improvvise causate da disidratazione e cali di pressione. Il profilo tipico di chi arriva in ospedale è sempre lo stesso: età avanzata, pluripatologie, terapie croniche, spesso diuretici, e una scarsa capacità di percepire i segnali di sete o debolezza.
I casi che richiedono ricoveri prolungati sono in aumento. Eppure, paradossalmente, i posti letto negli ospedali stanno diminuendo. Il motivo? La riorganizzazione interna delle strutture sanitarie regionali e l’inizio della stagione estiva, con il consueto calo del personale dovuto alle ferie. Al Martini sono stati chiusi 20 letti per la reinternalizzazione di alcuni servizi. Al San Giovanni Bosco, altri 16 posti sono stati temporaneamente sospesi in quattro reparti. La situazione si aggrava alla Città della Salute, dove i reparti di medicina e chirurgia pediatrica passeranno da 130 letti ordinari a soli 83 durante l’estate. Stessa sorte anche per alcune aree dell’Asl To5.
A peggiorare il quadro, in diversi reparti manca l’aria condizionata, rendendo i ricoveri ancora più critici per chi soffre di problemi cardiocircolatori o respiratori. Il personale è ridotto all’osso, costretto a gestire turni complessi in condizioni logistiche tutt’altro che ottimali.
In parallelo, sul territorio, i medici di base sono alle prese con il cosiddetto “Progetto fragili”, attivo dal 2014, che dovrebbe identificare i cittadini più a rischio in caso di ondate di calore. Il sistema, però, mostra limiti evidenti: l’elenco dei pazienti da monitorare è costruito in base a un algoritmo regionale, che seleziona nomi sulla base di parametri amministrativi, esenzioni o terapie. Il risultato? Una lista di assistiti che, in buona parte, non hanno bisogno di supporto, mentre molti soggetti realmente vulnerabili restano esclusi.
Serve un cambio di approccio. I medici chiedono da tempo la possibilità di segnalare attivamente i pazienti critici già in primavera, per prepararsi all’estate con una strategia mirata. Senza questo passo, ogni piano rischia di restare sulla carta, mentre il caldo continua a colpire i più deboli.
Nel frattempo, il Comune ha rilanciato il “Piano Estate”, con misure di emergenza dedicate agli anziani fragili: numeri utili, monitoraggio telefonico, e distribuzione di acqua e generi essenziali. Ma l’impressione, tra gli operatori, è che la macchina sanitaria si stia avviando verso un’estate complicata, senza margini di flessibilità reali.
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