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Cronaca
20 Giugno 2025 - 12:19
Scoperta shock, discarica abusiva: ad Alba 21 indagati, sequestri e un arresto
Sotto il profilo delle indagini ambientali, quella battezzata “Operazione Tanaro” è una delle più vaste mai condotte nel Cuneese. Sulle sponde del fiume che attraversa la capitale delle Langhe, i carabinieri hanno scoperto una discarica abusiva di rifiuti speciali, pericolosi e non, allestita in prossimità del campo nomadi “Pinot Gallizio”, nell’area vincolata paesaggisticamente del Tanaro. L’inchiesta ha portato alla denuncia di 21 persone, a un arresto e a due deferimenti all’autorità giudiziaria per reati collaterali.
Il quadro ricostruito dagli investigatori del Comando provinciale e del Gruppo Forestale di Cuneo parla di una gestione sistematica e illegale di rifiuti, un’attività sviluppata senza alcuna autorizzazione che ha trasformato un tratto fluviale in un accumulo permanente di materiale ferroso, plastica, rottami e scarti industriali. I reati ipotizzati sono gravi: discarica abusiva, gestione e smaltimento illecito, trasporto illegale di rifiuti e deturpamento di bellezze naturali, aggravati dal vincolo ambientale imposto sulla zona.
L’indagine nasce da lontano. Già nel 2022, i carabinieri di Alba avevano documentato la presenza anomala di rifiuti lungo il Tanaro. A quel primo controllo ha fatto seguito una segnalazione ufficiale dell’Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po), che ha messo in moto l’inchiesta. Negli anni successivi, il degrado si è acuito: la quantità di scarti è cresciuta in modo esponenziale, fino a rendere insostenibile la situazione.
La svolta è arrivata il 12 giugno 2025, con un blitz in forze all’interno del campo nomadi. All’operazione hanno partecipato oltre 100 militari, supportati da unità cinofile, medici dell’ASL Cn2 e tecnici dell’ARPA di Cuneo. Il bilancio dell’intervento è corposo: 13 mezzi sequestrati, ingenti quantità di rifiuti e metalli portati via, oltre a una somma in contanti di origine sospetta. E ancora: un uomo è finito in manette per detenzione illegale di arma da fuoco e ricettazione, un altro è stato denunciato per possesso abusivo di munizioni e un terzo per materiale atto alla contraffazione di targhe.
La procura ora dovrà vagliare le singole posizioni degli indagati, cercando di accertare i livelli di responsabilità nella filiera dello smaltimento illegale. Ma il dato che emerge è anche paesaggistico: un tratto del fiume Tanaro è stato gravemente deturpato, in violazione di ogni norma ambientale. Un danno che, secondo gli esperti dell’ARPA, potrebbe richiedere anni per essere ripristinato.
Resta da capire quanto fosse organizzato questo traffico, se si tratti di episodi spontanei o di una struttura criminale radicata. Quel che è certo è che la sponda del Tanaro è diventata un simbolo di abbandono e di impunità ambientale, in un’area che dovrebbe rappresentare un valore paesaggistico per l’intera comunità albese.
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