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Quartiere San Giovanni: discarica a cielo aperto in viale Biella. Puzza, topi e rifiuti ovunque. E il Comune?

A San Giovanni i residenti esasperati denunciano l’abbandono dell’area sfalci. “Siamo disperati, ci viviamo in mezzo”. Il comitato: “Aspettiamo l’area nuova, ma qui la situazione è fuori controllo”

Quartiere San Giovanni: discarica a cielo aperto in viale Biella. Puzza, topi e rifiuti ovunque. E il Comune?

Quartiere San Giovanni: discarica a cielo aperto in viale Biella. Puzza, topi e rifiuti ovunque. E il Comune?

“Sono quello che alla festa di Tony, lo scorso 2 giugno, ha cantato davanti a centinaia di persone. A Ivrea mi conoscono tutti. Ma adesso non ce la facciamo più. C’è una puzza pazzesca, e nessuno ci ascolta.” È con queste parole che un cittadino ha contattato la redazione, raccontando il degrado che sta divorando l’area sfalci di viale Biella, all’incrocio con via Don Mosetto, nel quartiere San Giovanni.

Una telefonata esasperata, accompagnata da un grido d’allarme che si sente spesso nelle periferie abbandonate.

“Non riusciamo a dormire. Abbiamo chiamato il Comune. Abbiamo parlato col sindaco. Abbiamo sollecitato l'assessore. Ma qui nessuno fa niente. È diventata una discarica a cielo aperto. Ci buttano di tutto.”

Non è la prima volta che l’area finisce al centro delle lamentele. Già nel gennaio 2025 il tema era stato affrontato pubblicamente, quando le piogge alternate al caldo avevano trasformato le zone raccolta sfalci di San Giovanni e Bellavista in paludi putride, patria di zanzare e odori nauseabondi.

Allora intervenne anche Annalisa Bolzanello, consigliera comunale del Partito Democratico, con un’interpellanza sostenuta dai gruppi Viviamo Ivrea e Laboratorio Civico. Con tanto di documentazione fotografica.

Oggi la storia si ripete. E peggiora. A confermarlo è anche il presidente del comitato di quartiere San Giovanni, Francesco Ferro.

 “È un’area abusiva, come tutti sanno - spiega - È sempre esistita, ma ora la situazione è fuori controllo. Arrivano anche di notte. Gente che non abita nemmeno qui. Ci buttano mobili, materassi, rifiuti di ogni tipo.”

Ferro prova a vedere il bicchiere mezzo pieno, ricordando che qualcosa si sta muovendo.

“Con il Comune - spiega - stiamo lavorando per realizzare una nuova area in via Friuli. I lavori sono partiti. Poi toccherà a noi, come comitato, sistemarla, piantarci qualcosa, renderla bella. Ma intanto…”

Intanto il quartiere è ostaggio del degrado. E se via Friuli rappresenta il futuro, viale Biella è il presente più cupo. Un presente che puzza. Che fa venire la nausea. Che fa sentire i residenti “abbandonati”, “invisibili”, “disperati”.

area sfalci

area sfalci

area sfalci

La realizzazione dell’area alternativa, promossa dall’amministrazione comunale con la determinazione n. 1083 del 17 dicembre 2024, è stata affidata all’impresa Edil Alpi SAS di Settimo Vittone per un importo complessivo di 14.765,66 euro. Il progetto prevede il riposizionamento della fermata dell’autobus e la costruzione di un’area per il deposito sfalci dotata di infrastrutture adeguate e pendenza per evitare l’acqua stagnante.

Le proposte avanzate dalla consigliera Bolzanello, tra cui muro di cinta, rete alta, videosorveglianza e raccolta settimanale in accordo con SCS, erano state accolte con interesse, almeno sulla carta. Ma a Bellavista non si è ancora mosso nulla. E a San Giovanni, mentre si attende che il nuovo spazio prenda forma, i problemi restano.

“Quando l’assessore Fresc venne a Bellavista – ricordano i residenti – parlava di tre campi da pallavolo di sfalci. Di acqua stagnante. Di igiene compromessa. Ma poi cosa è cambiato? Perchè ci vuole così tanto?”

Quello che doveva essere un piccolo punto di raccolta sfalci a servizio dei soli residenti, nel tempo è diventato un centro di smistamento rifiuti per chiunque. L’assenza di controlli ha aperto le porte all’inciviltà. E ora la comunità, quella vera, paga il prezzo più alto: della salute, del decoro, del sonno.

E mentre a Ivrea si discute di patti di collaborazione, di Pe.ba e Pums, di mobilità sostenibile, bandi e progettazione partecipata, c’è chi – ogni sera – chiude le finestre per non sentire la puzza. O chi si sveglia all’alba, sperando che il camion della nettezza urbana arrivi davvero. Anche oggi.

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