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Cronaca
19 Giugno 2025 - 15:33
Spacca il braccialetto elettronico: ubriaco e armato si presenta sotto casa della vittima
Non si è limitato a ignorare la legge: l’ha sfidata platealmente, con rabbia e premeditazione. È accaduto in provincia di Vercelli, dove un uomo di origine italiana, domiciliato nel Novarese, è stato arrestato dai Carabinieri di Stroppiana dopo aver tagliato il braccialetto elettronico e violato il divieto di avvicinamento disposto per proteggerlo dal suo comportamento persecutorio.
La vittima è il vicino di casa, da tempo oggetto di comportamenti vessatori e intimidatori che avevano portato le autorità giudiziarie a imporre allo stalker un dispositivo antistalking. Nonostante ciò, l’uomo ha deciso di forzare ogni limite: si è presentato ubriaco e armato sotto l’abitazione della persona che la giustizia gli aveva ordinato di non avvicinare.
È stato proprio il vicino, intuendo la gravità della situazione, a lanciare l’allarme. Aveva riconosciuto la vettura con cui lo stalker si stava avvicinando e, poco dopo, aveva sentito il citofono suonare con insistenza. Una scena già vissuta, che ha riacceso la paura. Fortunatamente, l’intervento dei Carabinieri è stato tempestivo.
I militari hanno fermato l’uomo e, durante la perquisizione dell’auto, hanno trovato oggetti inquietanti: un coltello a serramanico, un passamontagna e un paio di guanti. Tutti elementi che, nel contesto, rafforzano l’ipotesi di una azione premeditata e potenzialmente violenta. La perquisizione è poi stata estesa all’abitazione dell’indagato, dove i Carabinieri hanno trovato il braccialetto elettronico manomesso, reciso in due punti, abbandonato come un simbolo inutile.
Secondo quanto ricostruito, l’uomo era sottoposto a misure cautelari per precedenti episodi di stalking ai danni del vicino. Le sue condotte erano state così insistenti e gravi da far scattare l’applicazione del divieto di avvicinamento con controllo elettronico, che ora risulta completamente violato.
L’arresto è stato inevitabile. L’uomo è stato portato in caserma e poi trasferito in carcere in attesa della convalida del fermo. L’accusa è di violazione delle misure cautelari, atti persecutori e porto abusivo di armi. La sua posizione si aggrava per il fatto che si trovava in stato di ebbrezza e che il materiale rinvenuto (coltello, guanti e passamontagna) lascia intravedere l’intenzione di compiere un’azione fisica, forse anche violenta, ai danni della vittima.
Ancora una volta, un caso che pone interrogativi pesanti sulla tenuta del sistema delle misure di protezione in materia di stalking. Il braccialetto elettronico, pur pensato per prevenire escalation pericolose, si è rivelato in questo caso aggirabile da chi, evidentemente, non aveva alcuna intenzione di rispettarlo.
Per la vittima, che ha dimostrato lucidità e prontezza nel segnalare l’accaduto, resta l’ennesimo trauma. Una presenza opprimente che torna a farsi minaccia, nonostante le tutele previste dalla legge. E per le istituzioni, l’ennesimo campanello d’allarme su quanto sia fragile la sicurezza quando si tratta di violenza di vicinato e persecuzione reiterata.
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