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Cronaca

Pedinamenti, aggressioni e ossessione: scatta la sorveglianza speciale per lo stalker del Verbano

Nonostante l’ammonimento del questore, ha continuato a perseguitare la sua vittima. Ora per il 41enne arriva l’obbligo di rientro notturno, divieto di accesso a locali pubblici e un braccialetto elettronico che lo tiene lontano dalla donna

Pedinamenti, aggressioni e ossessione

Pedinamenti, aggressioni e ossessione: scatta la sorveglianza speciale per lo stalker del Verbano (foto di repertorio)

Era già stato ammonito, ma non ha mai smesso. Anzi, ha rincarato la dose. Ora per lui arriva la sorveglianza speciale, una delle misure più severe della prevenzione personale, disposta dal tribunale di Torino su richiesta della questura di Verbania. Un italiano di 41 anni, residente nel Verbano-Cusio-Ossola, è finito sotto controllo per stalking ai danni di una giovane donna, sua vittima da oltre un anno.

Secondo quanto ricostruito, l’uomo non si sarebbe limitato a pedinamenti e inseguimenti, ma avrebbe messo in atto danneggiamenti, atti persecutori reiterati e perfino aggressioni fisiche. Era stato già condannato in primo grado sul versante penale, ma nemmeno la condanna e l’ammonimento formale del questore hanno fermato i suoi comportamenti. Una condotta ossessiva, pericolosa, che ha spinto la polizia a chiedere una misura restrittiva non solo giudiziaria ma preventiva.

Il provvedimento stabilisce che per un anno intero l’uomo dovrà restare in casa tutte le notti, dalle 22 alle 7, e non potrà accedere a esercizi pubblici tra le 18 e le 21. Gli è inoltre vietato avvicinarsi all’abitazione della donna e muoversi in sua prossimità. Per vigilare sul rispetto delle restrizioni, è stato applicato un braccialetto elettronico di sorveglianza a distanza, che segnalerà in tempo reale eventuali violazioni: se supererà il limite dei 500 metri dalla vittima, scatterà l’intervento immediato delle forze dell’ordine.

Una stretta necessaria per arginare la spirale persecutoria e garantire finalmente sicurezza alla donna, dopo mesi di paura e minacce. La sorveglianza speciale rappresenta, in questi casi, un presidio essenziale per tutelare le vittime di violenza: non è una sentenza, ma una misura di prevenzione civile che rafforza la rete di protezione, soprattutto in presenza di recidiva e pericolo concreto.

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