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Cronaca

Bufera all'Università di Torino: indagato un professore per truffa e falso

300 giorni di assenza e soldi pubblici messi in discussione: il docente avrebbe dichiarato presenza a Torino, ma lavorava a Bari

Bufera all'Università di Torino: indagato un professore per truffa e falso

Bufera all'Università di Torino: indagato un professore per truffa e falso. Nella foto, il professor Nuzzolese

Il professor Emilio Nuzzolese, associato al Dipartimento di Scienze della Sanità pubblica e pediatriche dell’Università di Torino, è indagato per truffa aggravata e falso ideologico. Secondo la Procura, che ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini, avrebbe percepito per oltre un anno e mezzo la retribuzione universitaria pur lavorando stabilmente altrove, in particolare a Bari, sua città di origine, dove esercita l’attività di odontoiatra.

Le accuse nascono dalle indagini condotte dai carabinieri del Nas e coordinate dalla pm Giulia Rizzo. L’analisi delle celle telefoniche e degli accessi in sede avrebbe svelato un’assenza sistematica pari a oltre 300 giorni tra gennaio 2021 e luglio 2022, mentre risultava ufficialmente in servizio a Torino. Un’assenza che, secondo l’accusa, ha causato un danno economico rilevante non solo all’Ateneo torinese, ma anche all’Asl.

Il caso si inserisce nel più ampio scandalo legato alla Scuola di specializzazione in medicina legale dell’Università di Torino, già oggetto di indagine nel 2023. A precedere Nuzzolese nella direzione della Scuola era stato Giancarlo Di Vella, a sua volta finito nel mirino della magistratura per presunti dati falsificati e gravi irregolarità nella gestione degli specializzandi.

Il professor Nuzzolese

Secondo gli investigatori, Di Vella avrebbe manipolato i registri delle attività autoptiche, assegnando formalmente agli studenti attività che in realtà spettavano ai docenti strutturati. Una strategia che avrebbe consentito alla Scuola di mantenere gli standard richiesti dal Ministero per l’accreditamento, mascherando le assenze e la carenza di personale.

Alcuni specializzandi, dopo aver denunciato anonimamente la situazione all’Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica, avrebbero subito pressioni e ritorsioni. In un caso documentato, Di Vella sarebbe arrivato a minacciare uno studente durante un esame, episodio che ha poi portato alla sua rimozione dai canali accademici interni.

Tra le accuse, anche il presunto rifiuto di concedere il nulla osta a una dottoressa che intendeva trasferirsi a un’altra università nonostante avesse vinto un concorso. Il fascicolo, dopo la conclusione delle indagini preliminari, è ora in attesa di decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio.

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