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Cronaca
14 Giugno 2025 - 10:15
Una banda organizzata, spietata, metodica. Un gruppo criminale che, per oltre un anno, ha seminato paura e insicurezza sulle colline torinesi, colpendo abitazioni con furti chirurgici, agendo con schemi precisi, e facendo sparire gioielli e denaro attraverso canali rodati di ricettazione. Ora però, la loro corsa è finita.
Il 12 giugno, i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Chieri hanno notificato otto avvisi di conclusione indagini, che segnano un punto fermo in una complessa indagine avviata a partire da gennaio 2024 e durata oltre un anno. Gli otto indagati — alcuni già detenuti nella casa circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino — sono accusati di far parte di una associazione per delinquere finalizzata a furti in abitazione e ricettazione.
Dalle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino, è emersa l’esistenza di una struttura criminale vera e propria, con ruoli ben definiti, mezzi e contatti. Gli appartenenti — in gran parte di origine albanese — avevano a disposizione auto di copertura intestate a prestanome, collaboratori fidati per nascondere la refurtiva e canali di rivendita già attivi per smerciare i beni razziati.
Sessantotto i furti contestati finora, ma il numero potrebbe salire: sono in corso ulteriori verifiche su episodi analoghi avvenuti tra Torino e provincia tra il gennaio 2024 e il marzo 2025.
La svolta è arrivata in primavera, quando i Carabinieri di Chieri hanno intercettato e arrestato alcuni componenti della banda durante uno degli ultimi colpi. L’operazione ha permesso di interrompere la catena di furti, restituendo un minimo di serenità alle famiglie della collina torinese, da mesi allarmate da una vera e propria ondata predatoria.
Gli avvisi notificati rientrano nella fase delle indagini preliminari. Come previsto dalla legge, gli indagati godono della presunzione di non colpevolezza fino a eventuale condanna definitiva. Sarà ora compito della magistratura verificare le responsabilità individuali, mentre i Carabinieri proseguono nell’analisi degli episodi ancora non formalmente attribuiti.
Il lavoro degli inquirenti ha messo in luce una rete criminale ramificata, capace di operare in modo silenzioso e ripetuto su tutto il territorio collinare. L’uso di auto non riconducibili agli autori, la selezione degli obiettivi, la distribuzione delle responsabilità e la gestione della refurtiva sono elementi che descrivono un’organizzazione tutt’altro che improvvisata.
L’inchiesta della Compagnia di Chieri rappresenta un esempio concreto di azione investigativa profonda, paziente e coordinata, capace di colpire non solo i singoli esecutori, ma l’intera filiera criminale.
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