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Cronaca
12 Giugno 2025 - 09:40
Incendio in Canavese: scintille nel bosco, otto ettari in fumo
Otto ettari di vegetazione andati in fumo. Una giornata di primavera trasformata in un’emergenza ambientale. È quanto accaduto il 1° maggio 2025 nei comuni di Baldissero Canavese e Vidracco, in provincia di Torino, dove un incendio boschivo ha interessato una vasta area protetta all’interno del sito Rete Natura 2000 “Monti Pelati e Torre Cives”. Dopo settimane di accertamenti, i Carabinieri Forestali hanno identificato il presunto responsabile: si tratta di un operaio, ora segnalato alla Procura della Repubblica di Ivrea per incendio colposo.
Secondo quanto emerso dal comunicato stampa diffuso dal Comando Regione Carabinieri Forestale Piemonte, l’incendio si sarebbe sviluppato durante un intervento di manutenzione della linea elettrica. Durante il taglio di alcuni pali in cemento con un flessibile, le scintille generate avrebbero innescato le prime fiamme. A favorirne la propagazione, una congiuntura di fattori: la morfologia secca e priva di fitta vegetazione tipica dell’area dei Monti Pelati, e le condizioni meteorologiche particolarmente miti.
L’intervento di spegnimento è stato rapido ma complesso. Sul posto sono accorsi i Vigili del Fuoco, i volontari AIB (Antincendi Boschivi) della Regione Piemonte e un mezzo aereo che ha sorvolato più volte l’area interessata per contenere le fiamme. Le operazioni si sono concluse nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, con una lunga fase di bonifica per evitare ulteriori riattivazioni.
Decisivo è stato l’intervento immediato della pattuglia di emergenza ambientale dei Carabinieri Forestali, attivata tramite il numero verde 1515. Gli agenti sono riusciti a ricostruire la dinamica dell’incendio individuando il punto d’insorgenza delle fiamme e raccogliendo informazioni dai testimoni oculari e dagli addetti alle operazioni di spegnimento. Da lì, è stato possibile risalire al nome dell’operaio impegnato nei lavori sulla linea elettrica.
Intervento dei Vigili del Fuoco
La vicenda, precisano i Carabinieri, è ancora nella fase preliminare delle indagini, e ogni valutazione sul piano penale resta per ora allo stato degli atti. Sarà la Procura di Ivrea a stabilire se e come procedere nei confronti del soggetto, valutando l’entità della colpa e il rispetto o meno delle procedure di sicurezza previste.
L’episodio rilancia l’attenzione sul tema degli incendi boschivi in Piemonte e in tutta Italia. Il Comando Forestale sottolinea che il servizio 1515 e le attività di prevenzione e repressione rientrano tra le missioni fondamentali dei Carabinieri per la Tutela Forestale. Il sito “Monti Pelati e Torre Cives”, teatro del rogo, è un’area di particolare interesse naturalistico, inserita nella rete europea per la conservazione della biodiversità.
Le raccomandazioni rivolte alla cittadinanza sono sempre le stesse, ma mai superflue: non gettare mozziconi accesi nelle aree boscate, non accendere fuochi in prossimità di vegetazione secca, non abbandonare bottiglie o oggetti di vetro nei pressi dei sentieri, e usare con estrema cautela qualsiasi strumento che possa generare scintille.
La stagione estiva è alle porte e il rischio di nuovi episodi è concreto. Secondo i dati del Corpo Forestale, tra aprile e settembre si concentra l’80% degli incendi boschivi in Italia. Nel solo Piemonte, nel 2024, erano stati segnalati oltre 120 episodi, molti dei quali legati a condotte superficiali o imprudenti.
I Monti Pelati, a cavallo tra il Canavese e la Valchiusella, sono una zona arida e singolare, povera di vegetazione ma ricca di specie rare e habitat fragili. Nonostante la scarsa copertura forestale, il territorio è vulnerabile: il suolo secco e pietroso favorisce l’avanzata del fuoco, che può consumare in poche ore porzioni intere di sottobosco.
L’azione dei volontari AIB si è dimostrata, ancora una volta, fondamentale. Grazie alla loro presenza capillare e alla formazione specifica, è stato possibile contenere un incendio che, con poche ore in più, avrebbe potuto espandersi ai comuni vicini. Il coordinamento con i Vigili del Fuoco e l’impiego tempestivo del mezzo aereo hanno completato l’efficacia dell’azione.
Per il Comando Forestale, questo è un caso esemplare: dimostra come la prevenzione ambientale, la prontezza di intervento e la collaborazione tra enti siano le chiavi per tutelare il nostro patrimonio naturale. Ma serve anche la responsabilità di ognuno, soprattutto quando si opera in aree boschive.
Ogni incendio, anche colposo, ha un costo ambientale e spesso un prezzo legale. Per questo le forze dell’ordine invitano cittadini e lavoratori a prestare la massima attenzione e a segnalare immediatamente comportamenti sospetti o situazioni a rischio.
Un attimo di distrazione può compromettere decenni di equilibrio ambientale. E i boschi, una volta bruciati, non ricrescono in pochi mesi. Servono anni. E, soprattutto, serve rispetto.
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