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Cronaca

Incendio a Chieri: le pile al litio finiscono sotto accusa

Un incendio in via Roma a Chieri riaccende il dibattito sulla sicurezza e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi

Incendio a Chieri

Incendio a Chieri: le pile al litio finiscono sotto accusa

È bastato un attimo per trasformare una tranquilla serata di primavera in una corsa contro il tempo. Martedì 10 maggio, intorno all’ora di cena, un incendio è divampato in un negozio di elettronica nel pieno centro di Chieri, in via Roma, una delle arterie più frequentate della cittadina. Il fumo nero, denso, ha subito attirato l’attenzione di residenti e passanti, mentre il fuoco si faceva largo tra gli scaffali e i dispositivi.

Secondo le prime ricostruzioni fornite dai vigili del fuoco, il rogo sarebbe partito da un gruppo di pile al litio esauste, conservate all’interno del magazzino del negozio. Un dettaglio che spiega molto. Le batterie al litio, se non trattate correttamente, possono infatti rilasciare gas, generare calore e persino esplodere. Un pericolo silenzioso e sottovalutato, aggravato da una cattiva gestione o da norme di stoccaggio non rispettate.

Fortunatamente, l’allarme è stato lanciato in fretta e i vigili del fuoco di Chieri, accorsi tempestivamente sul posto, sono riusciti a contenere le fiamme prima che si propagassero agli edifici adiacenti. Nessun ferito, nessun intossicato, ma tanto spavento tra i residenti e le attività vicine. Alcuni negozi sono stati evacuati per precauzione e l’area è stata messa in sicurezza in pochi minuti. La professionalità dei pompieri ha evitato che un episodio potenzialmente devastante si trasformasse in tragedia.

Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della compagnia locale, che hanno immediatamente avviato le indagini per accertare le responsabilità. In particolare, si sta verificando se il negozio rispettasse le norme di sicurezza previste per la conservazione dei rifiuti pericolosi, come appunto le pile esauste. I militari stanno raccogliendo documenti, testimonianze e analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza per ricostruire la dinamica esatta del rogo.

L’incidente ha sollevato un allarme concreto sulla gestione dei rifiuti elettronici, un tema sempre più attuale in un’epoca in cui la diffusione di dispositivi alimentati a batteria è esplosa. Smartphone, laptop, monopattini elettrici: le pile al litio sono ovunque, ma poche persone conoscono i reali rischi legati alla loro cattiva gestione. Eppure, se lasciate in ambienti non idonei, possono diventare micce pronte ad accendersi da un momento all’altro.

La comunità di Chieri, ancora scossa ma fortunatamente illesa, ha reagito con prontezza. In molti si sono attivati sui social per condividere informazioni e aggiornamenti in tempo reale. C’è chi ha offerto aiuto agli esercenti coinvolti e chi ha rilanciato l’urgenza di promuovere una cultura del riciclo e della sostenibilità, che parta anche dal basso.

L’incendio in via Roma diventa così un monito per tutti: serve più consapevolezza, più formazione e regole più severe per la gestione di rifiuti pericolosi come le pile. Ma serve anche una politica di prevenzione, che coinvolga commercianti, cittadini e istituzioni. Perché la sicurezza ambientale e urbana non può più essere lasciata al caso o alla buona volontà dei singoli.

Quel martedì sera, a Chieri, la prontezza dei soccorsi ha fatto la differenza. Ma il rischio, la prossima volta, potrebbe non essere così contenuto. Da qui la necessità di trasformare la paura in attenzione, e l’attenzione in azione. La sicurezza comincia sempre da ciò che si pensa sia “un dettaglio”. E spesso, un mucchio di pile dimenticate può valere più di un allarme acceso.

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