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Cronaca
11 Giugno 2025 - 10:08
Studente di 14 anni uccide collaboratrice scolastica durante un controllo di sicurezza (foto archivio)
Una tranquilla mattinata scolastica si è trasformata in una scena di terrore. All’istituto secondario François-Dolto di Nogent, nell’Alta Marna, una collaboratrice scolastica di 31 anni è stata uccisa con un coltello da un alunno di soli 14 anni. L’aggressione è avvenuta durante un controllo di sicurezza all’ingresso dell’edificio. Un gesto improvviso, brutale, che ha sconvolto la comunità scolastica e l’intera Francia.
Secondo le prime ricostruzioni, la donna stava per controllare lo zaino del ragazzo, una pratica ormai regolare nell’istituto, introdotta per prevenire l’ingresso di oggetti pericolosi come coltelli e lame. Ma proprio durante quel controllo, lo studente ha estratto un pugnale e l’ha colpita mortalmente. Immediato l’intervento della polizia, che ha arrestato il giovane. I 324 studenti presenti sono stati isolati in classe per precauzione, in un clima di paura e incredulità.
La notizia ha fatto il giro del Paese in pochi minuti. Sul posto è arrivata la ministra dell’Educazione nazionale, Élisabeth Borne, che ha parlato di “dramma terribile”, esprimendo vicinanza alla scuola e alle famiglie. Anche il presidente Emmanuel Macron è intervenuto via social, ricordando la vittima come una “figura di protezione” per gli studenti, caduta in servizio per difendere la sicurezza di tutti. Una morte che lascia dietro di sé dolore e un senso profondo di ingiustizia.
Tragedia in Francia
Ma non è un caso isolato. A fine aprile, un altro studente aveva ucciso un coetaneo in un liceo di Nantes, sempre con un’arma da taglio. Un segnale d’allarme che il primo ministro François Bayrou aveva già raccolto, promettendo un piano per rafforzare i controlli negli istituti. Ora quella promessa si trasforma in urgenza. Bayrou ha parlato di un fenomeno che deve essere trattato “come un nemico pubblico”. Il possesso di coltelli tra i minorenni è in forte crescita e rischia di diventare un’emergenza strutturale.
Le indagini sono in corso per chiarire le motivazioni del gesto. Si cerca di capire se il ragazzo fosse seguito da servizi sociali o psicologi, se ci fossero segnali preoccupanti trascurati, se si tratta di una reazione violenta improvvisa o il risultato di un disagio più profondo. Intanto, nella scuola si respira un clima pesante: insegnanti sotto shock, studenti traumatizzati, famiglie sgomente. Psicologi e assistenti sono stati inviati per aiutare la comunità a superare il trauma.
Il dramma di Nogent solleva interrogativi gravi. Le scuole sono davvero luoghi sicuri? I controlli, per quanto necessari, bastano a fermare il rischio? E come si può intervenire prima, per prevenire la violenza giovanile? Il governo francese è ora chiamato a rispondere con fermezza. Ma accanto alle misure di sicurezza, serve un ripensamento culturale più ampio, che metta al centro l’educazione alla convivenza, il benessere psicologico e la costruzione di relazioni sane.
La Francia piange una donna che ogni giorno faceva il suo lavoro per proteggere gli altri. Ma ora è il Paese intero a doversi chiedere come proteggere chi ogni mattina entra in una scuola per imparare o lavorare, e merita di farlo senza paura.
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