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Morire per la bellezza: da Margaret a Simonetta, il lato oscuro della chirurgia estetica

Margaret, Simonetta, Vanessa: nomi diversi per lo stesso destino. Una chirurgia fuori controllo che continua a fare vittime

Morire per la bellezza

Morire per la bellezza: da Margaret a Simonetta, il lato oscuro della chirurgia estetica (foto di repertorio)

Morire per inseguire un ideale di bellezza. È un paradosso tragico, ma sempre più frequente. L’ultimo caso è di oggi: una donna di 47 anni, originaria dell’Ecuador, è deceduta a Roma dopo un malore seguito a un intervento di liposuzione in uno studio privato. Un ambiente non ospedaliero, senza le dovute autorizzazioni. L’ennesima tragedia che riporta al centro un fenomeno sommerso e inquietante: quello della chirurgia estetica low cost, eseguita in strutture non a norma, da personale non sempre abilitato, spesso rintracciato sui social network.

La morte più simbolica resta quella di Margaret Spada, 22 anni, spirata il 7 novembre 2023 dopo tre giorni di agonia in seguito a un intervento di rinoplastica parziale in un centro medico all’Eur, scelto proprio online. La struttura non era autorizzata, uno dei titolari non aveva la specializzazione per operare. I medici sono finiti indagati per omicidio colposo, mentre la cartella clinica della giovane – arrivata al Sant’Eugenio già in condizioni gravissime – ha evidenziato errori e omissioni. Anestesia somministrata senza adeguata documentazione, niente consenso informato, nessun tracciamento dei pagamenti.

Un anno prima, il 6 marzo 2022, a Cinecittà, Simonetta Kalfus, 62 anni, moriva dopo una liposuzione in uno studio di medicina estetica. L’autopsia parlò di sepsi grave. Tre i medici indagati, tra cui il chirurgo, già condannato per lesioni in passato. Simonetta aveva accusato dolori forti, ma fu rimandata a casa con un antibiotico. Morì dopo giorni di agonia.

Poi c’è la vicenda di Vanessa Cella, 37 anni, tre interventi estetici in un solo giorno (rinoplastica, liposuzione, mastoplastica additiva) nella clinica Santa Maria la Bruna, a Torre del Greco. Non si sarebbe mai più risvegliata dall’anestesia. Morì durante il trasporto in ospedale per arresto cardiaco. Cinque i medici sotto accusa.

Il dramma si ripete anche in Sardegna: nel marzo 2014, Rossella Daga, 39 anni, cagliaritana, muore a casa sua il giorno dopo una liposuzione in uno studio privato. Anche in questo caso, il chirurgo viene iscritto nel registro degli indagati.

Sono solo alcuni nomi, alcune storie, ma bastano a raccontare il lato oscuro di un settore in espansione. Un mercato che promette trasformazioni, ma che spesso non offre garanzie. E dove una scelta estetica può diventare una sentenza definitiva.

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