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Cronaca

Fiamme, degrado e proteste a Torino: si riapre la ferita del disagio urbano

Martedì pomeriggio un rogo acceso da un senzatetto ha mobilitato polizia e vigili del fuoco. Le parole di Verangela Marino (FdI) infiammano il dibattito sulla sicurezza in Circoscrizione 6

Fiamme, degrado e proteste

Fiamme, degrado e proteste a Torino: si riapre la ferita del disagio urbano (foto archivio)

Il Trincerone di via Sempione torna al centro dell’attenzione. Nel tardo pomeriggio di martedì 3 giugno, una colonna di fumo ha interrotto la monotonia del traffico torinese. Un nomade, da tempo presente nella zona, ha acceso un fuoco all’altezza di via Monte Rosa. Il rogo, visibile anche da lontano, ha richiamato l’intervento urgente dei vigili del fuoco e della polizia locale, che hanno rapidamente messo in sicurezza l’area. L’uomo è stato portato via per accertamenti, mentre attorno al caso si è acceso un fronte politico e sociale tutt’altro che silenzioso.

Verangela Marino, capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6, non ha usato mezzi termini. “Anche quest’oggi c’era il solito nomade, che da tempo continua a creare degrado e problemi di ordine e sicurezza pubblica”, ha scritto su Facebook. Le accuse sono dirette e dettagliate: fuochi liberi, atti di nudità, bisogni fisiologici compiuti in pubblico, “davanti a famiglie e bambini”. Scene che, se confermate, pongono interrogativi gravi sullo stato della zona e sulla capacità delle istituzioni di garantire sicurezza e decoro in un’area dove ogni giorno giocano bambini e passeggiano famiglie.

Intervento dei Vigili del Fuoco

Il Trincerone, col suo parco e le sue aree verdi, è da anni teatro di contraddizioni: spazio pubblico vissuto e condiviso, ma anche zona di bivacchi e disagio estremo. Il fuoco acceso martedì è solo l’ultimo segnale. La presenza di pattuglie della polizia locale, ormai costante, è la conferma di un problema che non si risolve con un intervento isolato. La Marino chiede “provvedimenti definitivi” e parla apertamente di una situazione “vergognosa”.

Ma oltre lo sdegno e oltre la denuncia politica, resta una questione aperta: come affrontare queste situazioni con strumenti efficaci e duraturi? È giusto e necessario tutelare la sicurezza dei cittadini, ma lo è altrettanto intervenire su chi, ai margini della società, vive in condizioni disumane, senza assistenza e senza alternative. Queste persone sono vittime o colpevoli? La città non può limitarsi a spegnere gli incendi. Deve affrontare le cause che li fanno divampare.

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