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Cronaca

Torino, condominio da incubo: tra amianto, malattie e barriere architettoniche

In via Rosta 2 la presenza di amianto e l’assenza di accessibilità creano una miscela esplosiva: due donne ammalate, la comunità esasperata e un’assemblea condominiale decisiva all’orizzonte

Torino, condominio da incubo

Torino, condominio da incubo: tra amianto, malattie e barriere architettoniche

Un tempo era considerato un palazzo elegante, curato, tra i più ricercati della zona. Oggi, invece, il civico 2 di via Rosta, a Torino, si è trasformato in una trappola invisibile e pericolosa per chi ci vive. Le parole più ricorrenti tra i residenti sono “amianto”, “inaccessibilità”, “rischio”, “silenzio”. Perché da quando, lo scorso 20 maggio, un sopralluogo ha confermato la presenza di amianto nel mastice delle finestre e delle porte, la quotidianità di chi abita in quelle mura ha smesso di essere normale.

A dare l’allarme è stato l’amministratore, il geometra Stefano Busso, che ha informato i condomini del pericolo e li ha esortati a non toccare i manufatti contaminati. Un invito alla prudenza che però, da solo, non basta a placare la paura. Soprattutto perché negli ultimi anni due donne del condominio si sono ammalate: una ha subito un intervento per un tumore benigno, l’altra è stata colpita da un grave enfisema polmonare. Le correlazioni dirette con l’amianto non sono state accertate, ma il timore che quelle malattie siano la punta dell’iceberg di un problema taciuto troppo a lungo è reale, concreto, opprimente.

Incubo amianto

A rendere ancora più pesante la situazione è la presenza di barriere architettoniche che rendono l’accesso all’edificio impossibile per anziani e disabili. “Le scale d’ingresso sono ripide, dal cortile si sale solo con una lunga rampa piena di ostacoli – racconta Riccardo Gorrieri, uno degli inquilini più attivi – Qui non è solo una questione di salute, è anche di dignità. Chi ha problemi di mobilità è prigioniero in casa propria”.

Ma la comunità non è rimasta a guardare. I residenti si sono mobilitati, hanno scritto lettere, raccolto segnalazioni, chiesto un intervento urgente e trasparente da parte delle autorità pubbliche, non solo degli studi privati incaricati dalle amministrazioni. Perché in gioco, dicono, c’è la credibilità dei controlli, la fiducia nelle istituzioni. Ed è su questi temi che si giocherà tutto il prossimo 17 giugno, data in cui è stata convocata un’assemblea condominiale che si annuncia infuocata.

L’obiettivo, dicono in molti, è decidere un piano di rimozione e bonifica, ma anche avviare i lavori per l’eliminazione delle barriere. I costi? Ancora ignoti. E questo è il grande nodo: quanto peserà tutto questo sui singoli proprietari? E quanto potranno – o vorranno – fare gli enti locali per affiancare i cittadini in un percorso così complicato?

Nel frattempo, l’ansia cresce. Tra i corridoi e i balconi di via Rosta 2, la gente parla sottovoce, guarda le vecchie finestre con sospetto, evita di toccare porte, stipiti, infissi. Una quotidianità spezzata, che aspetta risposte. Risposte che non possono più tardare. Perché l’amianto non aspetta. E nemmeno la salute di chi ci vive dentro.

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