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Cronaca

Tragedia a Torino: ragazza cade dal quarto piano e muore

Il dramma nel tardo pomeriggio di oggi, sabato 31 maggio

Ambulanza (foto di archivio)

Ambulanza (foto di archivio)

Via Cherubini, angolo corso Giulio Cesare. Sabato pomeriggio, 31 maggio. Una ragazza italiana di soli 19 anni si è lasciata cadere da una finestra di un palazzo. Quando i sanitari sono arrivati, era già troppo tardi. Il cuore aveva smesso di battere. Per lei non c’è stato nulla da fare. La morte è stata istantanea.

Sul posto gli agenti delle volanti della polizia. Veloci a delimitare l’area, a tenere lontani i curiosi, a cominciare le indagini. Ma non ci sono dubbi: è stato un gesto volontario. L’ennesimo tra i giovani. L’ennesimo grido d’aiuto che arriva quando ormai tutto è già accaduto.

La sua identità, per ora, resta riservata. 

La piaga sommersa dei suicidi giovanili

Ogni volta che un ragazzo o una ragazza sceglie di farla finita, ci si interroga sul perché. Ci si chiede cosa non abbiamo visto, dove abbiamo sbagliato.

Ma troppe volte non si trova una risposta. Depressione, solitudine, disagio mentale, sono parole che conosciamo bene, eppure restano tabù. Quando a soffrire è un giovane, la società spesso volta lo sguardo. “È l’età, passerà”, si dice. Ma certe ferite non si rimarginano da sole. Si allargano, si incancreniscono. E poi, quando il dolore prende il sopravvento, esplodono nel modo più tragico.

Nel 2024, secondo i dati Istat, oltre 400 giovani sotto i 25 anni si sono tolti la vita in Italia. E i numeri reali potrebbero essere più alti. In un mondo che corre, che pretende, che mostra solo successi, chi resta indietro spesso si sente un fallimento. Anche se la vita, sulla carta, è appena cominciata.

Non possiamo restare indifferenti. Non possiamo limitarci a contare i morti.

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