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Cronaca

Rapina da 230mila euro a un orafo: sgominata la banda sinti che pedinava le vittime

Un colpo da professionisti, studiato nei minimi dettagli. Ma a incastrarli è stata la tecnologia, il coordinamento tra carabinieri e polizia, e una telecamera a bordo

Rapina da 230mila euro a un orafo

Rapina da 230mila euro a un orafo: sgominata la banda sinti che pedinava le vittime (foto di repertorio)

Avevano seguito la vittima per giorni, annotato ogni spostamento, pianificato ogni dettaglio con freddezza chirurgica. Poi erano entrati in azione: era il 25 settembre 2024, a Valenza, nell’Alessandrino, quando un rappresentante orafo è stato rapinato dello zaino che custodiva preziosi per 230mila euro. Ora, dopo mesi di indagini, la banda è stata sgominata grazie a un lavoro congiunto di carabinieri e polizia, in collaborazione con i militari di Padova, Genova e Treviso.

I rapinatori, tutti appartenenti a un gruppo sinti veneto, avevano studiato l’abitazione e i movimenti del rappresentante. Lo pedinavano, lo osservavano, lo aspettavano. E quando hanno colpito, tutto sembrava perfetto. Ma a tradirli è stata la dashcam installata sull’auto della vittima, che ha fornito immagini utili agli inquirenti. E, soprattutto, un frammento di impronta papillare rilevata all’interno del mezzo usato per la fuga: da lì si è risaliti a un pluripregiudicato sinti.

Le indagini, articolate e su più livelli, hanno coinvolto intercettazioni telefoniche, analisi gps, tabulati e incroci di fascicoli. E hanno rivelato legami diretti con altre rapine e furti analoghi, tra Veneto e Liguria. I carabinieri di Piove di Sacco (Padova) avevano già sequestrato parte della refurtiva nelle mani di un ricettatore, mentre i colleghi di Santa Margherita Ligure (Genova) avevano denunciato due componenti della stessa banda per un furto a un altro rappresentante orafo.

Nemmeno l’arresto ha fermato la banda, che il 5 novembre ha colpito ancora, a Due Carrare (Padova), prendendo di mira un commerciante. In quell’occasione sono stati denunciati.

Il blitz finale è scattato l’8 maggio: in manette sono finiti un 49enne arrestato a Venezia e un 38enne fermato a Treviso. Un terzo, un 20enne, è stato indagato per ricettazione e concorso in rapina aggravata. A completare il quadro, sei persone denunciate, tra cui una donna di 40 anni a Treviso, un 29enne a Verona e un 54enne a Desio (Monza Brianza).

Secondo quanto emerso, la rapina di Valenza era stata preparata con settimane di anticipo, con appostamenti continui, osservazione degli orari e routine della vittima. La strategia era quella classica delle bande sinti specializzate in colpi su commissione: colpire rapidamente, sparire e piazzare i gioielli nel circuito della ricettazione.

Ma questa volta, la tecnologia e la cooperazione tra forze dell’ordine di tre regioni diverse hanno avuto la meglio.

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