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Cronaca

Maxi blitz antidroga: 13 in carcere, elicotteri in volo e cani antidroga in azione

Operazione all’alba coordinata dalla Procura: cento carabinieri in azione in tre province, colpito un gruppo criminale attivo nel traffico di stupefacenti

Maxi blitz antidroga

Maxi blitz antidroga: 13 in carcere, elicotteri in volo e cani antidroga in azione

Una rete ben organizzata, ramificata tra Macerata, Ancona e Roma, con vertici che gestivano i traffici e terminali operativi incaricati della distribuzione al dettaglio. È questo lo scenario emerso dall’imponente operazione antidroga scattata all’alba di mercoledì 28 maggio e coordinata dalla Procura della Repubblica di Macerata, che ha visto impegnati oltre cento carabinieri supportati da unità cinofile, elicotteri e reparti speciali.

Il blitz, eseguito su mandato del GIP del Tribunale di Macerata, ha portato all’esecuzione di misure cautelari contro diciannove persone: tredici sono finite in carcere, due agli arresti domiciliari, tre sottoposte all’obbligo di dimora e una all’obbligo di firma presso la polizia giudiziaria. A fare da cornice all’operazione, un dispiegamento imponente: uomini del Comando Provinciale dei Carabinieri di Macerata, affiancati dai colleghi delle province di Roma, Ancona, Ascoli Piceno e Fermo, con l’ausilio delle unità cinofile di Pesaro e Roma e l’intervento aereo del Nucleo Elicotteri di Pescara.

Secondo le prime indiscrezioni trapelate dagli ambienti investigativi, il gruppo oggetto dell’indagine sarebbe stato coinvolto nello spaccio di cocaina, hashish e marijuana, con una struttura gerarchica chiara e ben distribuita: figure apicali con compiti di approvvigionamento e gestione logistica, e una fitta rete di spacciatori dislocati sul territorio per rifornire clienti abituali e nuove piazze.

Non si tratterebbe di una banda improvvisata, ma di un’organizzazione strutturata, capace di muovere ingenti quantitativi di droga e di operare con modalità camaleontiche: incontri furtivi in zone di campagna, uso di messaggistica criptata, nascondigli mobili e staffette su due ruote per eludere i controlli. Alcuni indagati sarebbero anche coinvolti in episodi di violenza legati alla riscossione dei crediti o al controllo del territorio.

Le perquisizioni domiciliari – effettuate contestualmente agli arresti – hanno portato al sequestro di stupefacenti, denaro contante, bilancini di precisione e telefoni “puliti”, strumenti tipici di chi opera nel mercato illecito. Non mancano, tra gli arrestati, soggetti già noti alle forze dell’ordine per precedenti legati allo spaccio o reati contro il patrimonio. Ma nel gruppo figurano anche volti insospettabili, segno che la rete aveva raggiunto livelli di infiltrazione trasversali.

Il procuratore capo di Macerata, che nelle prossime ore dovrebbe fornire ulteriori dettagli nel corso di una conferenza stampa, ha già parlato di “un’operazione che testimonia l’impegno costante nel contrasto alla diffusione della droga, piaga sociale e criminale”. Il blitz arriva dopo mesi di indagini condotte con metodi classici e tecnologici: intercettazioni, pedinamenti, osservazioni prolungate e tracciamenti incrociati.

L’intervento di oggi rappresenta una risposta concreta a un problema che riguarda non solo le grandi città, ma anche i centri medi e piccoli: una filiera dello spaccio che si adatta, si sposta e sfrutta ogni angolo utile per fare profitti sulla pelle di chi consuma. Il colpo inferto alla rete potrebbe aprire nuovi scenari: gli inquirenti stanno già analizzando i materiali sequestrati per capire se esistano legami con organizzazioni più ampie, magari attive su scala interregionale o internazionale.

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