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Cronaca

Sgomberata la Manifattura Tabacchi a Torino: dentro bivacchi notturni e cuccioli abbandonati

Blitz delle forze dell’ordine all’ex fabbrica occupata da migranti: la Municipale mette in salvo i cuccioli, l’assessore Porcedda sul posto. E ora si murano gli ingressi per chiudere un capitolo dimenticato

Sgombero alla Manifattura Tabacchi: cuccioli salvati tra degrado e illegalità

Sgomberata la Manifattura Tabacchi a Torino: dentro bivacchi notturni e cuccioli abbandonati (foto archivio)

È cominciato all’alba, silenzioso ma determinato, lo sgombero dell’ex Manifattura Tabacchi di Torino, nel quartiere Regio Parco. Un pezzo di archeologia industriale lasciato a se stesso, da tempo divenuto rifugio precario per gruppi di stranieri, perlopiù nordafricani, che ogni sera si infilavano dentro la fabbrica abbandonata per passare la notte al riparo. Un andirivieni che da settimane aveva acceso l’attenzione dei residenti di zona, esasperati da una situazione sfuggita di mano. Questa mattina la risposta è arrivata: Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Municipale hanno fatto irruzione, sgomberando il complesso.

Non solo bivacchi. All’interno dello stabile, secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, erano presenti anche diversi cani, tra cui alcuni cuccioli, lasciati liberi di muoversi nel cortile tra rifiuti, detriti e impalcature pericolanti. Un mix di degrado urbano e fragilità sociale esploso nel silenzio generale. Sul posto si è recato anche l’assessore alla Polizia Municipale Marco Porcedda, che ha seguito di persona le operazioni di verifica sanitaria sugli animali, affidati temporaneamente alla tutela della Municipale in attesa dell’intervento delle associazioni veterinarie. I “Civich” – come vengono soprannominati a Torino gli agenti della Municipale – si sono occupati di censire e mettere in sicurezza i quattro zampe.

Sgombero all'alba

Il blitz arriva dopo settimane di segnalazioni raccolte durante gli incontri di quartiere. I cittadini di Regio Parco avevano denunciato un aumento di presenze notturne nei pressi dell’ex fabbrica, con piccoli furti, sporcizia, e un senso di insicurezza crescente. “Entrano la sera, escono all’alba. Sappiamo che non hanno dove andare, ma non è questo il modo di risolvere”, raccontavano più volte ai microfoni degli incontri pubblici. Il Comune, stretto tra pressioni dei residenti e inadempienze strutturali, ha scelto la via più netta: liberare l’area e murarne gli accessi, per impedire che la situazione si ripeta.

Intanto, mentre gli operai sono già al lavoro per sigillare con mattoni e malta le aperture più facilmente raggiungibili, resta da chiedersi che fine faranno le persone allontanate. Non è chiaro se tra loro ci fossero richiedenti asilo, senza fissa dimora o transitanti irregolari. Non ci sono stati fermi né scontri, l’operazione si è svolta con ordine, ma il punto politico resta tutto intero: dove finiscono queste persone una volta che vengono cacciate?

La Manifattura Tabacchi, un tempo simbolo di produzione e occupazione in città, è diventata negli anni l’emblema del vuoto urbano torinese: un gigante in rovina, dimenticato dalle trasformazioni metropolitane, trasformato suo malgrado in rifugio di fortuna. Ora le autorità promettono che non tornerà ad esserlo, ma senza un progetto di riuso o riqualificazione, l’ex fabbrica rischia di restare solo un buco murato nel cuore del quartiere, pronto a riaprirsi alla prima crepa. Il tempo dirà se sarà davvero un punto a capo, o solo l’ennesimo stop-and-go della gestione urbana delle marginalità.

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