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Cronaca
27 Maggio 2025 - 09:57
Cannibalizzavano camion e attrezzature rubate dai cantieri: la Polstrada di Torino smantella la banda (foto archivio)
Agivano nel buio, tra cantieri deserti e piazzali poco illuminati. Rubavano camion, furgoni e attrezzature da lavoro in piena notte, li portavano lontano da occhi indiscreti e li smontavano pezzo dopo pezzo, come un macabro gioco di meccanica. Poi, ogni componente – motori, telai, carrozzerie, pale, compressori, ponteggi – finiva nel mercato nero della ricambistica, alimentando un traffico illegale che danneggiava imprese, artigiani e piccoli imprenditori del territorio. A sgretolare questo ingranaggio criminale è stata l’operazione “Double”, condotta dalla Polizia Stradale di Torino sotto il coordinamento della Procura della Repubblica.
Quattro le persone finite nel mirino degli inquirenti, tutte raggiunte da misure cautelari personali: due con obbligo di dimora e divieto di uscita nelle ore notturne, due con obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Un colpo assestato a una rete che sembrava agire con discrezione, velocità e una conoscenza precisa del mondo dei cantieri.
L’indagine ha preso forma nel novembre 2023, in apparenza da un episodio isolato: un uomo si presenta in commissariato per denunciare il furto del proprio autocarro, contenente un carico di materiale edile di alto valore. Un caso che avrebbe potuto restare l’ennesimo furto insoluto. Ma qualcosa, nei dettagli raccontati, non convince gli investigatori. La squadra di polizia giudiziaria della Stradale comincia a scavare. Incrocia testimonianze, analizza immagini, confronta orari, movimenti, celle telefoniche. E piano piano, come un puzzle, emerge uno schema.
Operazione 'Double'
Lo schema di una banda ben organizzata che aveva colpito almeno 23 volte tra Torino e i comuni dell’hinterland. Furti seriali, sempre con lo stesso modus operandi: colpi notturni, veicoli commerciali nel mirino, rapida rimozione, nascondigli sicuri, smontaggio sistematico e immissione nel circuito parallelo dei pezzi di ricambio. Nessun mezzo veniva rivenduto interamente, ma tutto veniva frammentato. Un metodo che non solo rendeva difficile la tracciabilità, ma garantiva alla banda guadagni rapidi e puliti, specie nei canali meno controllati della rivendita online e dell’officina informale.
Grazie all’intervento tempestivo della Polizia, alcuni mezzi sono stati intercettati prima di essere cannibalizzati e restituiti ai legittimi proprietari. Un’operazione che ha avuto anche un forte valore simbolico: quello di rompere il senso di impunità che per mesi ha protetto questa organizzazione criminale, permettendole di agire quasi indisturbata.
Ma il lavoro degli investigatori non si ferma qui. Gli inquirenti sospettano che il numero reale dei furti sia ben superiore ai 23 accertati finora e che la rete possa contare su altri complici, in particolare nella gestione dei ricambi e dei depositi temporanei. Non si esclude nemmeno un collegamento con reti più ampie, attive in altre province o addirittura all’estero.
Il settore dell’edilizia, già provato dall’aumento dei costi e dalla crisi dei bonus, si scopre così vittima anche di una criminalità sotterranea che conosce ogni dettaglio dei cantieri: orari di chiusura, posizionamento dei mezzi, telecamere, routine degli operai. Il furto di un furgone o di un escavatore non è un semplice episodio di microcriminalità: è un colpo che blocca i lavori, manda in crisi intere squadre, fa saltare scadenze e pagamenti.
In questo contesto, l’operazione “Double” rappresenta una risposta concreta e mirata, ma anche un avvertimento. Per le aziende e per le forze dell’ordine. Se la criminalità ha imparato a muoversi in modo tecnico e chirurgico, anche la prevenzione deve alzare il livello: più vigilanza, più collaborazione tra enti, tracciabilità dei componenti, digitalizzazione delle forniture.
Intanto, le quattro persone finite sotto misura cautelare resteranno sotto osservazione, mentre il fascicolo resta aperto. Perché nel mercato nero dei cantieri, ogni pezzo ha un prezzo, ma la legalità non può essere smontata.
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