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Cronaca
22 Maggio 2025 - 09:36
Strage silenziosa in Piemonte: sei lupi uccisi nei primi quattro mesi del 2025
Nelle valli e tra i crinali dell’Alessandrino, dove il confine tra natura e presenza umana si fa sempre più labile, la mattanza dei lupi è diventata un fatto sistematico e inquietante. Sei esemplari morti in quattro mesi, colpiti da armi da fuoco o sterminati con bocconi avvelenati. È questo il bilancio, drammatico e provvisorio, che segna il 2025. Lo stesso numero di esemplari uccisi in tutto il 2024, ma concentrato in meno di centoventi giorni. E le autorità parlano senza esitazione di “record regionale” per intensità e frequenza di questi crimini ambientali.
Il dato è stato diffuso dal Comando Gruppo Carabinieri Forestale di Alessandria e Asti, e trova riscontro nei fascicoli aperti in sede investigativa. Un trend allarmante, che pone la provincia di Alessandria tristemente in cima alla classifica delle zone piemontesi più colpite dal fenomeno del bracconaggio. Non esistono casi analoghi nelle altre province: il cuore verde del Piemonte si sta trasformando in un campo minato per i grandi carnivori.
Le motivazioni dietro questa recrudescenza sono complesse e stratificate. Il 2024 ha registrato 98 episodi di predazione da parte dei lupi sulle greggi, ma il numero potrebbe essere superiore, vista la difficoltà per molti allevatori a denunciare formalmente i danni subiti. La tensione tra attività zootecnica e fauna selvatica cresce, alimentata da pregiudizi, timori atavici e — non di rado — da una sensazione di abbandono da parte delle istituzioni.
Lupi in Piemonte: sono in pericolo?
Eppure, proprio le istituzioni si sono mosse in blocco per condannare gli episodi più gravi. Carabinieri Forestali, Regione Piemonte, Polizia Provinciale, Ente Parco Appennino Piemontese e Centro Regionale Grandi Carnivori hanno firmato una linea comune: tolleranza zero contro il bracconaggio, rafforzamento del monitoraggio ambientale e attivazione di squadre speciali. In particolare, le unità cinofile anti-veleno scandagliano boschi e sentieri per individuare e rimuovere le esche tossiche, che rappresentano una minaccia non solo per i lupi, ma per tutta la biodiversità locale e per la sicurezza pubblica.
Il quadro è quello di una regione che fatica a trovare un equilibrio tra pastorizia e tutela ambientale. Se da un lato si intensificano le uccisioni clandestine, dall’altro si promuovono interventi di prevenzione: reti elettrificate, sistemi di guardiania, rimborsi e incentivi per allevatori virtuosi. Ma la sfida è più profonda. La convivenza tra uomo e lupo non è solo questione tecnica: è una questione culturale, che chiama in causa narrazioni antiche, paure, simboli. E mentre il numero delle carcasse cresce, la vera domanda resta sospesa: cosa siamo disposti a fare per convivere, e non eliminare?
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