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Cronaca

Ivrea, bottigliate tra maranza e spintoni davanti al kebabbaro: panico tra le famiglie in corso Nigra

Erano già venuti alle mani nel pomeriggio davanti al Buffet della stazione. La rissa esplode in serata tra urla, vetri rotti e fuggi fuggi generale. Intervengono i carabinieri. E siamo pure in zona rossa...

Ivrea, bottigliate tra maranza e spintoni davanti al kebabbaro: panico tra le famiglie in corso Nigra

Venerdì sera, pieno centro. Corso Costantino Nigra, la solita scena. Un gruppetto di maranza si affronta davanti al kebabbaro, proprio a due passi dal locale Ocio. Bottigliate, urla, minacce e uso di spray al peperoncino. Famiglie con bambini che scappano come possono, qualcuno si rifugia dietro le auto, altri si barricano nei locali chiudendo in fretta le serrande. Sono le 22. Una rissa che sembra esplosa dal nulla, ma che in realtà ha una lunga premessa.

Già nel pomeriggio, gli stessi soggetti si erano affrontati davanti alla ex stazione, nei pressi del Buffet. Una prima scaramuccia, qualche spintone, parole grosse. Tutto sotto gli occhi dei pendolari e dei commercianti della zona che, ormai, ci hanno fatto il callo. Poi il bis, molto più violento, in serata. Tutto è successo in una parte della città che – non dimentichiamolo – è ufficialmente in “zona rossa”, come da decreto del Prefetto di Torino. Un sospetto ci assale.. I maranza non leggono i decreti.

maranza

La scena è da far west urbano. Bottiglie spaccate, vetri ovunque, ragazzi che si rincorrono tra le auto in sosta, il vociare scomposto di chi cerca lo scontro fisico a tutti i costi. Nessuna paura di essere visti, identificati, fermati. Perché ormai, a Ivrea, è diventato normale.  Una sorta di ring a cielo aperto.

L’intervento tempestivo delle pattuglie dei carabinieri ha riportato un minimo di ordine, ma la tensione è rimasta palpabile per tutta la serata. In molti, tra i residenti e i commercianti, parlano dell’ennesimo episodio di degrado in un’area che sembra sempre più abbandonata a se stessa. Insomma la “zona rossa”, più che blindata, sembra dimenticata.

La percezione – sempre più diffusa – è che le risse, gli scontri, i bivacchi siano diventati una routine. Che gli episodi si somiglino tutti: cambiano più o meno i volti, non la sostanza. E non basta più parlare di “mancanza di risorse”, di “problema sociale”, di “emergenza giovanile”.

Servono risposte concrete. Servono presidi fissi, telecamere che funzionano davvero, controlli continui, pene certe.

Intanto, chi vive in corso Nigra continua a convivere con la paura. Quella di uscire la sera, quella di attraversare un tratto di strada che un tempo era vitale e frequentato, e che oggi è diventato sinonimo di risse, bottiglie rotte e ragazzini, che dettano legge.

Ivrea, la città delle interpellanze inascoltate e delle promesse a mezzo stampa. Ivrea, che ogni tanto si ritrova a contare i cocci. Letteralmente.

Sul punto il consigliere comunale Massimiliano De Stefano non ha dubbi: "Io l'ho detto mille volte che cosa occorre fare. Ci sono le mie interpellanze e i miei ordini del giorno. Ci va un presidio fiso. Occorre che l'Amministrazione Comunale dia a questo fenomeno l'importanza che ha. La città sta cambiando e la politica deve cominciare a lavorare sui problemi sociali con un occhio diverso...".

Alza le braccia al cielo Adriano Vaglio del Buffet della stazione. "Mi chiede se è cambiato qualcosa con la zona rossa.. Più o meno. Dico grazie alla forze dell'ordine ma la situazione resta esplosiva...!".

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Commenti all'articolo

  • Sovietico Eporediese

    21 Maggio 2025 - 21:31

    Siamo sempre alle solite: ma gli eporediesi perché scelgono di abbandonare il presidio sociale del territorio urbano? Sarebbe stato difficile arrivare a questo punto se fossimo tutti in giro per strada e le vie della città. Oltre al fatto che frega poco di fare educazione civica e sociale preventiva eh. Fa invece poi figo scaricare le responsabilità ad altri.

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