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Cronaca

La truffa della falsa multa: come un semplice SMS sta ingannando tutti

Un semplice messaggio di testo, un link apparentemente innocuo e una richiesta da 4,35 dollari: così i cybercriminali rubano identità e carte di credito

La truffa della falsa multa

La truffa della falsa multa: come un semplice SMS sta ingannando tutti

Nessun virus sofisticato, nessun hackeraggio da film. Solo un SMS ben scritto, un link truccato e una richiesta da pochi dollari. Eppure dietro questa apparente banalità si cela una truffa digitale su larga scala, che dagli Stati Uniti sta facendo tremare cittadini, amministrazioni e agenzie di cybersicurezza. È la truffa della falsa multa, un inganno moderno che sfrutta la psicologia della routine per colpire con precisione chirurgica.

Tutto parte da un messaggio di testo, che simula in modo credibile un avviso per una violazione al codice della strada: il destinatario è invitato a pagare una presunta multa di 4,35 dollari, con l’avvertimento che, in caso di mancato pagamento, l’importo salirà fino a 355 dollari. Il tono è istituzionale, l’urgenza ben calibrata, il link apparentemente sicuro. Ma è proprio quel link il cuore della truffa: porta a un sito fraudolento, progettato per raccogliere nomi, indirizzi, numeri di carte di credito e ogni altro dato utile a svuotare i conti o clonare identità.

Uno degli episodi più emblematici è stato registrato a Salt Lake City, Utah, dove il messaggio utilizzava l’intestazione ufficiale della città e rimandava a un “file multa” da salvare. Un inganno quasi perfetto. Secondo il portale specializzato Bleeping Computer, i primi casi risalgono a dicembre 2024, ma il fenomeno ha già raggiunto New York, San Francisco, Boston, Denver, Houston, Charlotte, Milwaukee e San Diego, con migliaia di segnalazioni. La modalità varia leggermente da città a città, ma la sostanza resta la stessa: una truffa semplice, efficace, su scala nazionale.

Il colpo di genio dei truffatori? L’uso del sistema di reindirizzamento aperto di Google, una tecnica che permette di aggirare i filtri di sicurezza preimpostati su iOS e di far aprire il link anche da dispositivi Apple, che di norma bloccano automaticamente gli URL sospetti. Così facendo, il messaggio passa i controlli e colpisce al cuore.

Ma perché funziona così bene? Perché è credibile. Una multa per parcheggio è un fastidio comune, e l’importo basso spinge a pagare senza pensarci troppo, pur di evitare problemi maggiori. È il meccanismo psicologico del phishing: urgenza + linguaggio istituzionale + azione rapida = trappola perfetta. E ogni abitudine — come aprire un SMS o cliccare un link familiare — può trasformarsi in un punto debole.

Le autorità americane stanno cercando di contenere l’ondata, ma l’allarme è reale anche per l’Europa. Nulla vieta che la truffa, data la sua semplicità, venga replicata o adattata a contesti italiani o europei, magari utilizzando il nome di Comuni, Polizie Locali o agenzie di riscossione.

Difendersi è possibile, ma serve attenzione. Mai cliccare su link contenuti in messaggi sospetti. Mai inserire dati bancari senza verificare con certezza la fonte. Meglio accedere manualmente al sito ufficiale dell’ente in questione o contattare un servizio clienti diretto. Perché la nuova frontiera del cybercrime non è la tecnologia, ma la psicologia: ti colpisce dove ti senti al sicuro, nella normalità di un parcheggio e nella fretta di una giornata qualunque.

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