Un boato nel silenzio della notte, il fumo che si alza tra i tetti, poi le sirene. La tranquilla zona di Porta Mortara, a est di Novara, si è svegliata il 15 maggio 2025 in un incubo fatto di fuoco e sangue. Poco dopo le 3 del mattino, un incendio è divampato in un appartamento, trasformando un normale stabile residenziale in una scena da giallo urbano. Ma è nel cuore delle fiamme che i vigili del fuoco hanno trovato ciò che ha cambiato tutto: un ragazzo di 25 anni, ferito da colpi di arma da taglio.
L’allarme è scattato grazie a un vicino che ha visto il fumo uscire da una finestra e ha chiamato i soccorsi. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco e il personale del 118, che hanno estratto il giovane e lo hanno affidato ai sanitari. Il ragazzo è stato trasportato in codice giallo all’ospedale Maggiore di Novara, dove è tuttora ricoverato. Le sue condizioni sono serie ma non critiche, secondo i primi bollettini medici.
Da quel momento, è partita una corsa contro il tempo per capire cosa sia davvero successo in quell’appartamento. Le forze dell’ordine hanno avviato indagini serrate, battendo ogni pista. L’ipotesi che si fa strada è quella di un’aggressione volontaria, forse maturata in un contesto personale o legato a dinamiche ancora sconosciute. Il fuoco potrebbe essere stato appiccato per coprire le tracce, oppure potrebbe essere una conseguenza collaterale di una colluttazione. Niente, per ora, è escluso.
Quel che è certo è che la città si è svegliata più fragile. Porta Mortara è una zona di solito pacata, abitata da famiglie, studenti, pendolari. Un luogo che non fa notizia, e che oggi invece finisce al centro della cronaca per un episodio dai contorni inquietanti. L’appartamento è stato posto sotto sequestro, mentre i rilievi della scientifica cercano di ricostruire i minuti che hanno preceduto l’incendio e l’aggressione.

La comunità novarese è sgomenta. Non solo per la violenza dell’episodio, ma per l’assurdità del contesto. Nessuno ha visto, nessuno ha sentito urla. Solo un incendio, in piena notte, e un giovane riverso sul pavimento, ferito, ma ancora vivo. Le autorità stanno cercando di rassicurare i residenti, aumentando i controlli e chiedendo la collaborazione dei cittadini. Qualcuno parla di una presenza sospetta nelle ore precedenti, qualcun altro racconta di rumori insoliti nel condominio. Ogni dettaglio potrebbe essere cruciale.
A complicare ulteriormente la situazione, i lavori in corso sulla tangenziale in direzione Laghi, chiusa dal 12 al 31 maggio. I rallentamenti e le deviazioni stanno causando gravi disagi al traffico urbano, rendendo più complesso anche il lavoro delle forze di soccorso e investigazione. Un fattore che, in una notte come questa, ha pesato. Il tempo d’arrivo dei mezzi di emergenza è stato allungato, e in casi come questi, ogni secondo conta.
Nel frattempo, la città attende. Attende di sapere se il giovane potrà raccontare cosa gli è successo. Attende di capire se c’è un aggressore ancora in libertà, o se quell’incendio è solo la punta di un iceberg più profondo. Attende una risposta, che rimetta insieme i pezzi di un episodio che ha fatto a pezzi la tranquillità di un quartiere intero.
Perché a volte, per svegliare una città, basta il suono sordo di una sirena nella notte.