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Cronaca
14 Maggio 2025 - 16:40
Scaglia un ecografo contro il muro e aggredisce un medico: panico al pronto soccorso (foto di repertorio)
Un’altra notte di violenza in corsia, un’altra aggressione a chi ogni giorno si prende cura della salute altrui. È successo al pronto soccorso dell’ospedale di Rivoli, dove un uomo di 43 anni, senza fissa dimora, ha seminato il panico aggredendo un medico di turno e scagliando con forza un ecografo contro il muro. Solo per un caso fortuito il macchinario non ha riportato danni, ma la tensione in reparto ha raggiunto livelli altissimi.
Tutto è accaduto nella notte tra il 13 e il 14 maggio. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Rivoli, intervenuti rapidamente sul posto, l’uomo si sarebbe presentato al pronto soccorso in evidente stato di agitazione. In pochi minuti la situazione è degenerata: urla, minacce e poi l'aggressione fisica al medico, culminata con il gesto sconsiderato di sollevare e lanciare l’ecografo contro la parete. Nonostante l’attacco, il personale sanitario è riuscito a mantenere il sangue freddo, allertando le forze dell’ordine.
I militari lo hanno bloccato e denunciato per interruzione di pubblico servizio e minaccia a pubblico ufficiale. Una volta calmato, è stato disposto il suo trasferimento nel reparto psichiatrico del nosocomio per una valutazione più approfondita. Non sono ancora chiari i motivi scatenanti del suo comportamento, ma si ipotizza un quadro psichiatrico già noto alle autorità sanitarie.
“Episodi di questo tipo non sono più l’eccezione, ma la norma”, commenta con amarezza un’infermiera del pronto soccorso, che preferisce restare anonima. “Chi lavora in prima linea è esposto quotidianamente a tensioni e rischi fisici, e spesso si sente lasciato solo”.
Il fatto di cronaca riaccende i riflettori sul tema delle aggressioni al personale sanitario, una piaga sempre più frequente nelle strutture pubbliche, già messe a dura prova da turni massacranti, carenza di organico e tensioni sociali crescenti. In molti chiedono da tempo un inasprimento delle misure di sicurezza e l’adozione di presidi fissi di polizia nei pronto soccorso più esposti.
Nel frattempo, a Rivoli, si tira un sospiro di sollievo per lo scampato danno maggiore. Ma resta il dato più amaro: chi cura è sempre più spesso costretto a difendersi.
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