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Cronaca

Caluso, gatto morto gettato in una busta sulla strada dei vigneti

Dopo l’atto vandalico contro una colonia felina a Montanaro, un nuovo episodio scuote il Canavese. Volontari e cittadini chiedono rispetto, giustizia e controlli più severi

Caluso, gatto morto gettato in una busta

Caluso, gatto morto gettato in una busta sulla strada dei vigneti: crudeltà e silenzio in un gesto disumano

Una stradina sterrata tra i filari, in fondo a via Giuseppe Falchetti, a Caluso. È lì che una coppia in passeggiata ha fatto una scoperta che lascia senza parole. In mezzo al sentiero, dentro una borsa di plastica, giaceva il corpo senza vita di un gatto, avvolto in un telo. Non un animale investito e abbandonato, ma qualcosa di più inquietante. Un gesto deliberato, pensato, freddamente eseguito. Qualcuno lo ha scaricato lì, gettandolo probabilmente da un’auto in corsa, come fosse spazzatura.

La segnalazione è arrivata subito alla polizia locale, che ha recuperato i resti e avvisato il servizio veterinario dell’Asl To4, chiamato a eseguire gli accertamenti per chiarire almeno le cause della morte. Il corpo degli ispettori ambientali, appena istituito, quel giorno non era in servizio. Ma la gravità dell’episodio non cambia: quel gatto non è morto per caso. E chi ha compiuto il gesto sapeva di farlo lontano da occhi, su una via secondaria, immersa nel verde.

Appena pochi giorni prima, a Montanaro, un altro episodio aveva colpito duramente chi si prende cura degli animali: una delle casette della colonia felina di via Don Minetti è stata ribaltata, le ciotole gettate, i teli tagliati, con un’ironia crudele che ha il sapore della sfida. I volontari di Cuore di gatto hanno dato l’allarme. La presidente Fabiana Murtinu ha denunciato tutto alle autorità competenti, chiedendo che i responsabili vengano identificati e puniti.

Gatto trovato morto in un sacchetto nero

Perché non si tratta di semplici “atti vandalici”: la legge 281 del 14 agosto 1991 riconosce le colonie feline e tutela i loro animali. Ostacolare i tutori, distruggere casette, spostare i gatti, significa commettere reati, punibili penalmente. Ancora più grave è uccidere un animale o trattarlo come un oggetto. Ma il problema non è solo legale: è culturale, morale, sociale.

In un territorio dove tante persone si prendono cura degli animali con passione e dedizione, non si può accettare il silenzio davanti a questi gesti. Non si può far finta che tutto torni alla normalità, mentre chi maltratta e uccide continua indisturbato. Non si può chiudere una busta nera e sperare che nessuno guardi dentro.

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